Ultime notizie
Francesco Fanizzi: “Per “noi espatriati” è tutto più semplice. Ci vuole più coraggio a restare in Italia”
Francesco Fanizzi

Francesco Fanizzi: “Per “noi espatriati” è tutto più semplice. Ci vuole più coraggio a restare in Italia”

Intervista al nostro concittadino, Francesco Fanizzi, che vive e lavora come Medico Chirurgo a Monaco di Baviera

Conversano – L’odierna chirurgia generale deve tutto a Giovanni Battista Morgagni (Forlì, 25 febbraio 1682 – Padova, 5 dicembre 1771) medico, anatomista e patologo italiano.
Morgagni, uomo di “incontaminata morale ed onestà di costumi” insegnò per molti anni presso la Università degli Studi di Padova, è il fondatore della anatomia patologica che in campo medico svolge un ruolo fondamentale per la pianificazione delle terapie mediche e chirurgiche.
Nel 1761 Morgagni pubblicò il “De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis” opera monumentale, diremmo la Bibbia della medicina, in cui si stabilì definitivamente la correlazione tra la osservazione anatomica e pratica clinica.
Ed è al Morgagni che Francesco Fanizzi, nostro giovane concittadino medico chirurgo che vive e lavora a Monaco di Baviera, deve tutto per quanto attiene al sapere scientifico appreso nelle aule universitarie e poi applicato sui tavoli operatori.
Francesco ha accettato di rilasciarci una intervista in cui racconta la sua esperienza di vita e professionale.
Francesco, raccontaci quale è stato il tuo percorso di vita. Diploma a Conversano e… poi?
“Dopo la maturità scientifica al liceo S. Simone di Conversano e la Laurea in medicina e chirurgia presso l`Università di Bari nel 1999, vinsi nello stesso anno il concorso di ammissione alla scuola di specializzazione in chirurgia pediatrica presso l`università di Siena”.
In quale momento è nata la vocazione per la Chirurgia Generale? E perché?
“Durante gli studi universitari e i tirocini in reparti chirurgici era interessante osservare di quanto il paziente potesse risentire positivamente e in tempi relativamente brevi di un atto chirurgico, questa visione “meccanicistica” della chirurgia continua a sorprendermi ogni giorno”.
Lavorando in Germania si è portati a pensarti come l’ennesimo italiano che, dopo aver conseguito la laurea, è dovuto emigrare pur di esercitare la professione medica. Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a scegliere Monaco di Baviera come sede del tuo lavoro?.
“Durante il primo anno di specializzazione conobbi in ospedale a Siena una collega tedesca di Monaco di Baviera, impegnata nel progetto Erasmus, che mi informò sul programma di formazione specialistica in Germania. In sintesi all`estero si presta più attenzione all`acquisizione di competenze pratiche e alla “professionalizzazione” dello specializzando in chirurgia. Nel frattempo mi ero legato sentimentalmente alla collega tedesca, questo rappresentò un fattore determinate per l’espatrio. Alla fine del 2000 presi una decisione radicale: abbandonai la scuola di specializzazione in chirurgia pediatrica a Siena, rinunciando pertanto alla borsa di studio ed emigrai a Monaco di Baviera”.
Quando sei giunto a Monaco hai subito operato o hai seguito un corso di formazione giusto per ambientarti?
“Il 2001 fu un anno difficile, non parlavo una sola parola di tedesco, frequentavo tutte le mattine un corso di tedesco, il pomeriggio ero ospite come medico volontario (non retribuito) in un reparto di chirurgia universitaria, la sera lavoravo in un Call center per guadagnarmi da vivere. Imparare la lingua tedesca era sicuramente l`ostacolo più impegnativo”.
Hai mai provato rammarico per la decisione presa?.
“Non ho mai provato rammarico per la decisione presa di emigrare in Germania. Il più grande vantaggio di essere giovani è quello di poter rischiare di più che in età matura. Si trattava di una scelta rischiosa, tuttavia non dettata nè dal coraggio e nè dall´incoscienza. Ho scoperto col tempo che nella vita quotidiana e professionale in Germania tutto è più semplice. I veri cervelli non sono quelli in fuga, i veri cervelli sono quelli che restano in Italia e cercano di affermarsi con onestà tra mille insidie e difficoltà. Per “noi espatriati” è tutto più semplice. Ci vuole più coraggio a restare in Italia”.
Alcune volte da noi c’è il malcostume di far diventare primario un dottore che ha pochi titoli acquisiti – scarse pubblicazioni scientifiche, scarsi corsi di aggiornamento, scarse ore passate sul tavolo operatorio – ma molte conoscenze a livello politico. Vorrei chiederti se, ai fini dell’avanzamento in carriera, il tuo operato è soggetto a valutazione. Se sì, come avviene la valutazione e chi ti valuta?. Il paziente?, il tuo Primario?, la Direzione Sanitaria?.
“Alla fine del 2001 ottenni una borsa di studio per specializzarmi in chirurgia generale. In Germania lo specializzando deve dimostrare e certificare di aver eseguito come primo operatore un certo numero di interventi chirurgici di complessità crescente sotto la guida e supervisione di un Tutor specialista, affinchè il primario del reparto, responsabile della formazione specialistica, dia allo specializzando l`autorizzazione a sostenere l`esame finale presso l`ordine dei medici regionale. Nel 2008 conseguii la specializzazione in Chirurgia generale. In seguito ottenni un contratto in ospedale a tempo determinato a progetto, con l’obiettivo di conseguire la seconda specializzazione in chirurgia dell´apparato digerente ed endocrino. Nel 2012 dopo aver ottenuto la seconda specializzazione sono stato assunto a tempo indeterminato. Come chirurgo devo continuare a conservare le mie acquisizioni e a perfezionarle lungo tutto il percorso professionale, la formazione chirurgica è un lungo apprendistato che non è mai compiuto”.
Da noi c’è un deficit di ricambio generazionale, ovvero non ci sono molti giovani chirurghi pronti a prendere il testimone dai più anziani e esperti colleghi. A tuo modo di vedere le cose, vivendo a chilometri di distanza, quali sono i motivi? Baronaggio, egoismo professionale, scarsa formazione nelle università?.
“Nel sistema sanitario italiano lavorano tanti eccellenti chirurghi, la cui attività è riconosciuta dalla comunità medica internazionale. La chirurgia è per tanti bravi professionisti un “patrimonio personale” frutto di anni di duro lavoro, dell´esperienze all´estero, di ricerche, di lotte e insidie, che conferisce a chi la pratica bene potere, prestigio e riconoscimento da parte della collettività, tutto ciò rende gli anziani ed esperti chirurghi restii a trasmettere ai più giovani questo “patrimonio”; una scelta che io comprendo ma non condivido”.
In Italia la degenza, post operatoria, in un reparto chirurgico è di quattro/cinque giorni. Dopodichè il paziente è dimesso e affidato a strutture che, a seconda dei casi, lo accompagnano verso la piena guarigione. Da voi è così?. Quale è il percorso che segue il paziente da voi operato?.
“In Germania come del resto in Italia vige da anni un sistema tariffario per le prestazioni di assistenza ospedaliera basato sul DRG. Tale sistema ha contribuito a registrare una riduzione della durata media della degenza e un aumento di controllo dei costi e dell’utilizzo di risorse anche nella ricca Germania. Quasi tutti i pazienti che hanno subito un intervento di chirurgia maggiore debilitante vengono trasferiti in tempi brevi direttamente in cliniche specializzate per la riabilitazione, le cui spese sono a carico del servizio sanitario”.
La chirurgia è una attività prettamente manuale. In questi anni la tecnologia ha dato una grossa “mano” a voi chirurghi. Vorrei chiederti se ti sei mai cimentato nella chirurgia robotica, laparoscopica, endoscopica.
“Ho appreso la chirurgia laparoscopica applicata agli interventi di routine durante gli anni di specializzazione, e ho imparato durante il mio percorso professionale ad applicarla e perfezionarla sugli interventi maggiori”.
Domanda gastronomica amarcord: quale è il piatto tipico conversanese che più ti manca stando in Germania? E quando pensi di riassaporarlo?
“Mi mancano tutti i piatti della nostra tradizione culinaria contadina pugliese, a Monaco non è facile procurarsi cicorie e rape fresche!”.

6627 Visite
pubblicit-assicurazione

Inserisci un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Required fields are marked *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>