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Conversano non è di “pasta minuta”

Conversano non è di “pasta minuta”

“Cosa è cambiato? Niente!”, dicono gli scettici contrari alle manifestazioni di protesta che da sole, naturalmente, non possono cambiare lo status quo, e figuriamoci se possono sconfiggere la criminalità. Possiamo, invece, dire che forse qualcosa dentro è cambiato, che anche l’entusiasmo di una sera è una goccia che scava nella roccia del malcontento imperante e autodistruttivo e della lamentela trascinata per mesi senza idee né riflessioni collettive? Possiamo essere contenti della partecipazione inaspettata di una collettività che sembrava ormai non avere più voglia di riversarsi nelle strade neppure per una passeggiata serale? Possiamo essere fieri di aver espresso un pensiero che sia stato ascoltato e condiviso? Alla luce delle polemiche di varia natura, io direi di sì.
Non siamo persone di “pasta minuta”, come si dice a Conversano, che credono di poter combattere la criminalità con una semplice manifestazione. Tuttavia, esprimere il proprio dissenso, insieme a gran parte della comunità, ci rende degli individui non solo inclini all’impegno civile, ma più sicuri e consapevoli, capaci di poter dire dichiaratamente NO a qualcosa che non ci piace. E se nell’ombra qualcuno ci ha deriso, inclusi gli autori degli atti criminali che stanno sporcando la bellezza di questa cittadina precludendone lo sviluppo, che rida pure. La violenza non è l’unica arma di “conquista” nella vita (anzi non dovrebbe affatto esserlo) e credere nel cambiamento, nell’evoluzione, e nella propria capacità di poter contribuire a questo cambiamento, sia individuale che collettivo, è fondamentale ed è sicuramente un passo avanti verso la consapevolezza di una comunità.
Purtroppo il lassismo e la superficiale attribuzione di colpe servono a ben poco. Anzi, non fanno che alimentare il senso di impotenza, il processo di indifferenza e il radicamento di forze criminali che in un clima di incertezza e debolezza si insediano nel territorio con maggiore facilità. Probabilmente alla base c’è una responsabilità condivisa che non vede vittime e carnefici su fronti distinti, e certamente questo va indagato, perché in qualche modo abbiamo permesso che alcune cose accadessero e alcune persone si insinuassero. Le responsabilità, se e quando verranno fuori, andranno sicuramente valutate e corrisposte. Ma è ovvio che i singoli cittadini da soli non possono nulla contro atti e atteggiamenti cruenti e votati a distruggere ciò per cui la gente onestamente lavora e vive, minandone la serenità e la libertà. Abbiamo seriamente bisogno di sostegno, di maggiore controllo e collaborazione, di un’analisi più approfondita del territorio e di addetti ai lavori che si impegnino con forza a combattere questi terribili fenomeni. Pertanto, dopo una serata che ha visto tutti unitamente ed emotivamente partecipi, ossia bambini, anziani, insegnanti, studenti, lavoratori, famiglie, amministrazione e opposizione, ci auguriamo – senza retorica – che continuino ad esserci anche, e soprattutto, la volontà comune e l’impegno delle forze politiche a fermare tutto questo, affinché quanto creduto e costruito finora non sia vano e possa ancora crescere.

 

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