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CREDERE IN…“TE”!
Vittorio Gassman

CREDERE IN…“TE”!

[occhiello]

Chi ha avuto occasione di incontrare il ben noto attore Vittorio Gassman, sa come egli fosse alla ricerca di Dio. Aveva chiesto con ansia anche al redattore del settimanale “Gente”, Giuseppe Grieco: “Tu che sei andato in giro ad interrogare la gente su Dio, dimmi la verità: il Padreterno c’è o non c’è?”. E al giornalista che gli diceva “perché me lo chiedi?” , Gassman dichiarava: “Perché è l’unica domanda dalla cui risposta dipende il destino di una vita”.

L’uomo moderno che pur sembra voler ammettere esclusivamente il sapere scientifico, in realtà avverte di essere costantemente graffiato dalla segreta incertezza o dal ricorrente dubbio che il suo positivismo possa inglobare tutta la realtà dell’uomo e del mondo.

D’altra parte il Dio dei filosofi si traduce in puro pensiero, o in pensiero che esclusivamente si auto-contempla: un Dio, cioè, pensato dall’uomo, una espressione della mente umana!

Il Dio dei cristiani, invece, è il Dio vivente: “Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, / non dei filosofi e dei sapienti. / Certezza, Certezza. Sentimento. Gioia. Pace. / Dio di Gesù Cristo. / […] Lo si trova soltanto per le vie insegnate dal Vangelo”. E’ quanto si legge nel Memoriale in cui Blaise Pascal (1623-1662), matematico e filosofo francese, riferisce la sua conversione, esperienza di “fuoco”, avuta la notte del 23 novembre 1654.

La formula centrale della fede cristiana non è “credere in qualcosa”, ma “credere in qualcuno” o più esattamente, come scrive il teologo J.Ratzinger “credere in Te”. E’ l’incontro con Gesù Cristo che rende vicino Colui che si rivela lontano e tangibile Colui che appare intangibile. E’ affidarsi a Lui, che ci conosce e ci ama, con l’atteggiamento del bambino che si abbandona e trova sicurezza nelle braccia della madre.

“Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, ti trovi amandoti e ti ami trovandoti”, scriveva Sant’Anselmo.

E’ ben nota, d’altronde, l’espressione di Santa Caterina: “Non si conosce che per amore”. Ad essa fa eco quella di papa Benedetto XVI: “Un uomo vede sempre e soltanto nelle misura in cui egli ama […]. Il rischio dell’amore è il presupposto per giungere alla fede”.

Pur bloccato nel suo “universale scetticismo”, Giuseppe Prezzolini (1882-1982) in Dio è un rischio (1969) scriveva con pungente nostalgia: “Come sarei stato contento di avere trovato Iddio! Essere certo: ecco le mie massime ambizioni, e quindi essere giusti: non ho mai avuto il desiderio di essere amorevole…Forse questo peccato m’ha tenuto lontano da Dio”. E all’età di cento anni ribadiva: “Io non ho la fede, non credo, ma rispetto chi cerca Dio”. Gli mancava ancora “di essere amorevole”?

Chi ama crede, perché l’amore vive di fede. Chi ama crede, nonostante la presenza del mistero, perché tutto è mistero nell’Amore!

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