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L’uomo attraversa il presente con gli occhi bendati. Può al massimo immaginare e tentare di indovinare ciò che sta vivendo. Solo più tardi gli viene tolto il fazzoletto dagli occhi e lui, gettato uno sguardo al passato, si accorge di ‘che cosa’ ha realmente vissuto e ne capisce il senso (Milan Kundera)
È scomparso pochi giorni fa Milan Kundera, considerato a ragione uno dei più grandi scrittori contemporanei. Rimane misterioso il motivo per cui non sia stato gratificato dal premio Nobel per la letteratura, ma tali “sviste” sono state compiute anche in altri casi eclatanti.
Kundera ha vissuto gli ultimi anni lontano dal clamore mediatico, preferendo la pratica del silenzio e della riservatezza, doti che sono sempre più rare in questi nostri giorni.
Per fortuna rimangono i suoi scritti, mai banali e capaci di provocare riflessioni significative.
È il caso della frase citata, tratta dal racconto “Nessuno riderà” incluso nella raccolta “Amori ridicoli”.
Anche se il racconto è stato pubblicato nel 1968, la riflessione sulla nostra incapacità di capire il presente sembra essere stata scritta in questi giorni.
Oggi più che mai, infatti, le tante sollecitazioni cui siamo sottoposti ci fanno vivere le nostre giornate con una frenesia che ci impedisce di fermarci e di pensare al senso del nostro vivere. E tale atteggiamento è pericoloso perché ci rende a mio avviso più vulnerabili di fronte al male di vivere, che può piombarci addosso con effetti negativi se non siamo attrezzati ad affrontarlo.
Dobbiamo pertanto cercare di rimuovere il fazzoletto dagli occhi e scrutare il nostro presente prima che diventi inesorabilmente passato.
