Ad un certo punto il sindaco della città di Conversano, vista la malaparata, ha deciso di giocare da solo la partita del suo futuro politico, a prescindere da quelli che sono i comportamenti della maggioranza che lo sostiene. Una maggioranza che ha al suo interno coloro che lo contestano, a volte anche platealmente, e quelli che gli sono fedeli ma gli creano più problemi che il resto.
Coloro che hanno deciso di boicottarlo (il gruppo formato dall’assessore Berti e dal consigliere Moramarco) da tempo hanno “preso cappello” e mentre il primo non frequenta più assiduamente uffici e municipio, il secondo ha manifestato anche platealmente il suo dissenso, assentandosi dal consiglio comunale in momenti topici o astenendosi su provvedimenti che hanno avuto conseguenze non di poco conto.
Motivi di tale dissenso:
1) gli incarichi apicali assegnati ad alcuni funzionari anziché altri;
2) contrarietà per le risorse, incarichi e contributi dati ad alcune associazioni, soprattutto a quelle dirette da parenti stretti di amministratori;
3) progetto per la realizzazione dell’impianto per la cremazione, presentato da un’impresa al protocollo comunale e bloccato sia dal sindaco che da alcuni consiglieri.
Di questo gruppo di “irriducibili” fa parte anche il consigliere Abbruzzi, ad inizio legislatura utilizzato per sparate folcloristiche durante i lavori consigliari e adesso in difficoltà, nella morsa tra il sindaco che ritiene forte elettoralmente e il suo gruppo che ne contesta l’operato. Il consigliere Abbruzzi è in uno “stato confusionale” dal punto di vista politico che lo porta ad un inusuale silenzio e ne smorza l’indole folcloristica e propagandistica. Non si tratta più della stessa persona che, ad inizio legislatura e sui palchi, parlava di eventi con 500mila persone da organizzare e gridava ai quattro venti: “Accenderemo le luci nella città“, ritrovandosi mestamente tra le mani la notizia, resa pubblica da Oggiconversano.it, che il Comune di Conversano ha deciso di pagare “a rate” bollette per 500mila euro, proprio all’Enel Energia, per non averlo fatto alla loro scadenza prevista.
Nel variegato mondo della maggioranza ci sono consiglieri e assessori che, invece, sostengono il sindaco. Ma, sostenendolo, a volte gli creano grattacapi e non concorrono alla risoluzione di problemi. L’assessora al Verde Pubblico è sul banco degli imputati per la gestione dei parchi e per il decoro urbano, l’assessora alle Politiche Culturali è accusata di sperperare denaro pubblico che affida sistematicamente più o meno alle stesse associazioni, l’assessore all’urbanistica non è riuscito a far approvare in consiglio nemmeno un piano urbanistico di programmazione (PUG, PUMS, PEBA). Mentre alcuni consiglieri comunali, sempre della maggioranza, a volte sostengono progetti improbabili e impossibili quali quello, ad esempio, della vendita di una strada di piano regolatore ad un privato. Cosa che provocò l’indignazione delle minoranze consiliari, e addirittura di alcuni consiglieri della maggioranza stessa.
In questo quadro si muovono alcuni consiglieri che vivono in una sorta di limbo, a partire dal consigliere Cascella che pare sia iscritto al M5S e viene dato per insofferente nella maggioranza, anche se il voto lo assicura sempre, tra mal di pancia e indignazione per alcuni atti amministrativi, per il famoso “bene della città“.
Poi ci sono ancora altri consiglieri comunali cosiddetti “invisibili”, nel senso che sono sconosciuti ai 3/4 della città. E non hanno alcun ruolo determinante, se non quello di assicurare il numero legale nell’aula di consiglio e l’alzata di mano quando serve.
Con queste premesse, il sindaco Lovascio ha capito che deve fare da solo puntando sulle opere pubbliche in corso. Ha conservato per se la delega e adesso ha cominciato il “social-tour” mostrandone lo stato di avanzamento. Tutte opere che arrivano o arriveranno in porto con mesi, alcune anni, di ritardi mai giustificati alla comunità. A cominciare dal Palazzetto Pineta, per finire ai sette parchi urbani senza piano di gestione, piazza Carmine, ecc…
Una delle caratteristiche positive del suo governo che dura dal 2008, con la sola eccezione tra il 2017 (data in cui si dimise per tentare di andare in Parlamento) e il 2020, è stata la stabilità politica. Stesso sindaco, molte volte stessi assessori.
Tutte premesse che avrebbero dovuto consentire all’amministrazione di fare grandi cose, con risorse proprie, della Regione e dello Stato: piani urbanistici (PUG), grandi opere (circonvallazione, interramento della ferrovia, parcheggi). Nulla di tutto ciò è successo e ci si si è adagiati sull’ordinario trascurando manutenzioni, pubblica illuminazione, decoro delle periferie. Quattordici anni di regno badando sempre a salvaguardare amici, parenti e poche proprie idee. Eccezion fatta per il tentativo di candidarsi con autorevolezza a Capitale Italiana della Cultura. Un sogno naufragato perché, anche in quel caso, anziché aprirsi al mondo ci si è chiusi in un cerchio molto stretto per poter produrre iniziative e proposte dirompenti.
Al sindaco rimane, oggi, l’unica carta rappresentata dalle opere pubbliche in corso. Mostra ottimismo e fa passare opere ferme per mesi (Campo Pineta) come capolavori dell’architettura. E invita i cittadini ad apprezzare lo sforzo. Fa tutto, però, in estrema solitudine, senza attorniarsi né dei sostenitori della sua maggioranza, né di coloro che in quella maggioranza lo avversano. Sa che ha puntato solo su se stesso e di tutti gli altri non si fida, dopo naturalmente averli utilizzati negli anni. E sa che se potessero, i consiglieri della sua maggioranza si azzufferebbero…politicamente parlando, quotidianamente.
In tutto questo i consiglieri delle opposizioni, con alcuni alti e bassi, hanno messo a punto un comportamento finalmente omogeneo. Sostenuti dalla condivisione delle forze politiche del centrosinistra e del cosiddetto “campo largo” che sono riuscite a sottoscrivere, tutte, un documento pieno di principi e punti programmatici condivisi.
Anche qui il sindaco si è accorto del pericolo rappresentato dal centrosinistra unito, e sta cercando di insinuarsi utilizzando il frullatore delle elezioni regionali che non rappresenteranno un elemento di chiarezza. Tra consiglieri comunali della maggioranza che sosterranno candidati del centrosinistra alle regionali, altri consiglieri e assessori della maggioranza che sosterranno candidati del centrodestra e Fratelli d’Italia, sindaco che flirta ora con Decaro ora con Fitto (con i buoni uffici di amici del commissario europeo di Maglie), l’importante è agitare bene l’arma della confusione e far si che il centrosinistra si sfaldi, la destra non presenti alcuna coalizione e candidato, la sua maggioranza trasversale e “multicolore” riesca ad individuarlo come nuovo candidato sindaco.
Questa volta il destino di una persona, il sindaco in questo caso, dipenderà dalla capacità della politica di riappropriarsi della scena e della coerenza di una proposta ai cittadini. Se il centrosinistra, come ha sostenuto nel suo documento reso pubblico, manterrà la promessa di considerare l’unità il vero valore aggiunto e la destra avanzerà una proposta alternativa di governo, sarà difficile per il primo cittadino continuare a sfondare avendo accanto nemici giurati e sostenitori imbarazzanti. Sembra che anche qualcuno del suo cerchio magico glielo stia dicendo: “chi te lo fa fare a continuare in questa maniera?”.
Grazie al vostro giornale se si sta intravedendo una “opposizione” politica a questa fasulla amministrazione comunale.