Conversano – “Quando il poeta indica la luna lo stolto guarda il dito”. Questa frase rappresenta molto bene il periodo che stiamo vivendo con l’ennesimo attacco del potente di turno all’artista. Dopo le performance di Ghali e Dargen D’amico a Sanremo, la classe dirigenziale italiana invece di discutere sulle denunce fatte dai due cantanti ha cominciato a criticarne le parole. Giornalisti, politici e talk tutti dedicati all’argomento “libertà di espressione” dopo che l’ambasciatore di Israele ha criticato l’utilizzo della parola genocidio da parte di Ghali. Per spiegare le sue posizioni Ghali ha detto che in questo momento i raid israeliani stanno uccidendo i futuri poeti, chirurgi, politici. In poche parole stanno uccidendo il futuro del popolo palestinese e non solo.
Va bene, può non essere un genocidio ma è sicuramente una mattanza quella che sta subendo il popolo palestinese. Dopo gli attentati eseguiti da Hamas il 7 ottobre la reazione di Israele è giustificata?
La guerra non è mai la risposta giusta, ma se vogliamo giustificare la reazione israeliana delle prime settimane adesso, con il conflitto che rischia di allargarsi, serve giudizio e dialogo.
Se ne sono accorte la presidente del consiglio Giorgia Meloni ed Elly Schlein che su questo argomento stanno cercando il dialogo per proporre al governo israeliano una soluzione. Dialogo che dovrebbe essere alla base di tutte le dispute politiche ma siamo in Italia, luogo dove ogni argomento è buono per dividerci in tifosi, e questa notizia ci fa ben sperare.
Il ricorso alle armi non è gratuito. Ogni bomba intelligente, drone, proiettile, soldato ha un costo. Costo che grava sulle casse dello stato e costringe i governi di turno a tagliare su altre spese, generalmente sanità e istruzione. Anche in questo caso i tagli uccidono il futuro.
Ogni ospedale chiuso, ogni progetto non finanziato, ogni euro negato alla ricerca, ogni istituto scolastico non restaurato, ogni progetto scolastico non finanziato sono una rinuncia che noi stiamo facendo fare ai nostri figli.
Pensiamo alla battaglia che sta facendo Chiara Candela per l’apertura di un centro Nemo in Puglia, pensiamo ai troppi giovani che perdono la vita perché colpiti da un male incurabile (in questi giorni Conversano piange la morte di una ragazza di 26 anni colpita da leucemia), pensiamo ai sacrifici che i nostri studenti fanno perché non hanno un sistema di trasporto pubblico decente e poi pensiamo ai soldi che vengono utilizzati nella corsa all’armamento. C’è una sproporzione gigantesca, sia in termini economici sia in termini di valori umani. Ed allora cosa fare? Potremmo cominciare dal prendere esempio dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, di proprietà del Vaticano, che ha rinunciato a un milione e mezzo di euro offerta da Leonardo, società pubblica italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza.
Quei soldi sarebbero serviti per acquistare macchinari utili nella cura ma sarebbero derivati da soldi che stanno portando dolore in altre aree del pianeta. Ed allora questi gesti sono necessari perché alla lunga possono servire ad indirizzare gli investimenti delle nostre aziende, almeno quelle pubbliche.
