Sapevamo di aver scelto bene quando noi di Oggiconversano.it abbiamo chiesto a Giovanni Carone e Rocco Murro di accompagnarci in un giro delle strade rurali dove, accanto a tanta bellezza, si annidano sacche di degrado evidenti, dovute all’inciviltà di molti e alla scarsa cura di chi dovrebbe istituzionalmente controllare e gestire il patrimonio pubblico quotidianamente.
Giovanni e Rocco sono due persone gioviali e allegre e, allo stesso tempo, con una passione per il territorio rurale come pochi. Due veri e propri custodi del territorio, attenti ai dettagli e precisi nel descrivere ogni luogo esaltandone l’importanza o denunciando il degrado.
Il giro a tappe, e non poteva essere altrimenti vista la passione di Giovanni per il ciclismo e la mobilità sostenibile, si è reso necessario per verificare lo stato di abbandono in cui versa il territorio rurale cittadino.
La situazione che abbiamo trovato è prossima al collasso, e non parliamo soltanto di rifiuti abbandonati ma anche di muretti a secco rovinati e non ripristinati, alberi di ulivi che spariscono dalla sera al giorno successivo, alberi non potati che occupano la carreggiata rendendo difficoltoso il passaggio delle auto, lembi di terra e sedimi adiacenti ai muretti a secco pieni di erbaccia.
Lo stato in cui versa il lago di Iavorra, per esempio, ha particolarmente amareggiato Giovanni che ci ha ricordato le sue partite di calcio con gli amici negli anni dell’adolescenza. Guardare adesso quella dolina utilizzata quasi come una discarica…fa male al cuore.
Dalle parole di Giovanni e Rocco è emersa l’amarezza verso quei cittadini irrispettosi del nostro territorio ed anche verso chi è preposto alla sua cura: amministratori ed uffici comunali.
E le responsabilità, hanno sottolineato, riguardano intere generazioni di amministratori che nel tempo, anziché stare in strada giornalmente, hanno preferito la comodità di un ufficio.
I due, per bocca di Giovanni, hanno definito l’intervista “mobile” a Oggiconversano.it, e il giro comune, come un atto d’amore verso la propria città perché “Il luogo natio è come l’odore della mamma, non si dimentica mai”. E la loro danza popolare finale che hanno voluto offrirci ha sugellato uno stile di vita legato alle radici più forti: quelli del proprio territorio e delle sensazioni che riesce a trasmettere.
Ci sono tanti modi per amare la propria terra.