Le prestazioni in una manifestazione sportiva, come quella olimpica, sono il frutto della cura dei dettagli: allenamento, alimentazione, cura del corpo. L’ atleta non è mai sola ma è supportata da uno staff che la segue passo passo fino al momento della competizione. Molte volte i componenti dello staff restano invisibili ma, in alcuni casi, “la storia non si ferma davvero davanti ad un portone” e così la nostra concittadina Maira Di Vagno ha conquistato la medaglia d’oro alle olimpiadi con la nazionale di pallavolo femminile, in qualità di fisioterapista e collaboratrice di Julio Velasco. La notizia ha reso orgogliosi tutti i cittadini conversanesi che hanno voluto trasmettere la propria gioia a Maira, attraverso i canali social, oppure complimentandosi con i suoi genitori. E noi di Oggiconversano l’abbiamo intervistata.
Ciao Maira, ti intervistiamo ma sappi che in questo momento ci è difficile essere neutrali. Abbiamo fatto il tifo per la nazionale italiana e per te. E con voi abbiamo gioito. Grazie di questa stupenda sensazione di leggerezza e felicità che ci avete offerto. Quando mesi fa Oggiconversano scrisse della tua chiamata nello staff di Julio Velasco, tutti pregustammo qualcosa di straordinario che, puntualmente, si è verificato. Intanto, qual è il ruolo preciso di una fisioterapista nello staff medico?
Innanzitutto grazie per il vostro sostegno e per il vostro tifo. Sono giorni in cui sto vivendo emozioni incredibili. Il ruolo del fisioterapista nello staff medico è quello di valutare, prevenire e trattare tutte le problematiche fisiche, muscolo-scheletriche pregresse o acute che riguardano le atlete. C’è una stretta collaborazione con il medico e il preparatore atletico per favorire un approccio atleta-centrico. Fisioterapia, preparazione fisica e qualora ci fosse necessità dell’intervento farmacologico per risolvere nel migliore dei modi possibili l’insorgenza dei problemi fisici.
Hai “maneggiato” arti e muscoli di campionesse, hai mai avuto il timore di sbagliare?
Ho avuto l’onore di lavorare con le ragazze ma non ho mai avuto timore di sbagliare. Nei momenti in cui sono nati dubbi sul piano di intervento ci siamo sempre prontamente confrontati e supportarti con lo staff medico per intraprendere la migliore strategia terapeutica e devo dire che ha funzionato.
Ci puoi dire in poche parole cosa hai provato ricevendo la chiamata di Velasco, un vero monumento della pallavolo mondiale, ma soprattutto uno dei più grandi motivatori nel mondo dello sport?
Di Julio ho profonda stima, oltre a provare un grande affetto coltivato negli anni. Seppur abbiamo sempre mantenuto rapporti super professionali, nel mio piccolo mi sono sentita ‘protetta’ e voluta bene come farebbe un nonno con una nipote. Quando mi ha chiamato ho provato una gratitudine smisurata e la voglia di imparare ancora tanto altro dalla sua esperienza professionale e di vita.
Sei campione olimpica perché hai fatto parte di uno dei gruppi che saranno ricordati nei decenni. La pallavolo femminile, e anche maschile, in Italia ha raggiunto livelli ormai di prim’ordine. Come è nato il tuo amore per questo sport che prima ti ha visto praticarlo e, subito dopo, diventarne protagonista in altro ruolo?
Per la pallavolo provo un amore che appunto dura da una vita intera! Ho giocato a pallavolo per oltre 15 anni, purtroppo non ho avuto le caratteristiche fisiche e tecniche per poter giocare ai vertici quindi ho sfruttato la mia seconda passione, la fisioterapia, per poter in qualche modo avere una continuità con questo sport meraviglioso.
Ricorderemo con commozione il tuo fortissimo abbraccio con Monica De Gennaro, la veterana del gruppo che non ha sbagliato un colpo. Vi abbracciavate e l’Italia intera vi guardava in tv. Cosa hai provato in quel momento?
Con Moki ho intrecciato un rapporto speciale e bellissimo, lei è una persona straordinaria. Quell’abbraccio era fatto di felicità pura. Abbiamo lavorato tanto insieme e fatto il possibile per mantenere il suo stato di salute al meglio possibile. Questo tipo di emozioni sono direttamente proporzionali alla cultura sportiva della nostra società.
Ritieni sia arrivato il momento di considerare alcuni sport come momenti di emozione superiore a quella che riesce a dare il calcio? Secondo te perché la pallavolo piace?
Quello che posso augurarmi è che con questi successi la pallavolo possa essere più seguita e quindi possa emozionare quanta più gente possibile per portare anche gli altri sport a livello del calcio. La pallavolo potrebbe piacere poiché il ritmo medio è più elevato rispetto ad una partita di calcio, infatti ogni azione dura in media 7-8 secondi. Inoltre queste azioni molto rapide, in cui la palla viaggia a velocità elevate poiché la potenza dei colpi è alta, vengono caratterizzate da difese spettacolari che fanno sussultare, coinvolgono ed emozionano il pubblico.
Cosa pensa il vostro mondo delle polemiche di coloro che non riescono ad accettare che molte delle atlete che hanno vinto l’oro olimpico sono nate in Italia, sono italiane e cantano con orgoglio il nostro inno?
Questo tipo di emozioni sono direttamente proporzionali alla cultura sportiva della nostra società.
Sappiamo che questa “sbornia” sarà difficile farla passare e, al tempo stesso, sappiamo della tua grande passione per il lavoro. Qual è il futuro professionale di Maira Di Vagno?
Il mio futuro professionale ora è da scrivere nuovamente. Ho raggiunto e realizzato con orgoglio una grande meta, scritta anni fa. Ora mi prendo qualche giorno di riposo in montagna per scriverne altre e chissà magari allo stesso modo ambiziose come questa.
Un tuo pensiero per coloro che vogliono giocare a pallavolo. Ce ne saranno tantissimi di giovani che, dopo l’entusiasmo che ha saputo dare il vostro gruppo vorranno cimentarsi. Cosa ti senti di suggerirgli?
Lo sport, come la pallavolo ti insegna tanto. Ti insegna i valori del gioco di squadra, ti insegna a porti degli obbiettivi, a poterli raggiungere con dedizione e sacrificio. Bisogna crederci ed essere pazienti perché per chi ci crede davvero, le cose belle, arrivano.
Sei cosciente di essere diventata un personaggio positivo di questa nostra città che, improvvisamente, si è stretta intorno a te ed è diventata orgogliosa di averti come cittadina? Come cambierà il tuo rapporto con Conversano?
Sono stata travolta da un’ondata di affetto indescrivibile. Non me lo sarei mai aspettato. Non sono una persona che ama stare sotto i riflettori e non sono per niente abituata ad essere così acclamata. Ho letto tutti i commenti affettuosi di chi mi ha sostenuto, mi serve un po’ di tempo per rispondere a tutti, lo farò con calma. Ci tengo tanto a ringraziarvi di cuore per il supporto, mi sono emozionata tantissimo. Dopo questi giorni di vacanza ritornerò nel mio amato paese, nel mio posto di lavoro del cuore, con le mie persone del cuore pronta a mettermi in gioco verso nuove sfide.