Oggi ci sono “persone ricche di informazioni ma povere di esperienza” (Paolo Jedlowski, sociologo)

Mi sono imbattuto nella frase virgolettata leggendo un articolo sul giornale riguardante il come insegnare le tecnologie nella scuola. Ma questa frase in realtà ha uno spettro molto più ampio e si riferisce al cambiamento radicale del nostro modo di vivere, di pensare ed operare dopo l’invasione di internet e dei social nella vita di tutti i giorni, soprattutto attraverso il suo strumento principe: lo smartphone.

Oggi siamo letteralmente bombardati da informazioni, al punto che non è raro il caso in cui, partendo – telefono alla mano – con il ricercare qualcosa, usando Google, i social o su un giornale online, finiamo per trovare altro e altro ancora, al punto che talvolta ci dimentichiamo qual era la ricerca da cui eravamo partiti.

Ma questa smisurata cascata di informazioni va a discapito dell’esperienza, che incide molto più su quel processo indispensabile all’uomo che è quello dell’apprendimento, collegato a sua volta alla capacità di riflettere a fondo su ciò che stiamo facendo.

La frase menzionata all’inizio è stata scritta nel 2001, ed oggi è valida più che mai, visto che si sta parlando insistentemente di Intelligenza Artificiale, che sta portando a livelli estremi la capacità del computer di rielaborare informazioni, senza aggiungere nulla di nuovo.

Ma l’uomo non deve mai dimenticare che il suo cervello è capace di qualcosa che nessun computer e nessun programma sofisticato sarà mai in grado di realizzare: un atto di creatività. Ecco perché dobbiamo riemergere dalla marea di informazioni e ricominciare a fare più esperienze di vita.

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