Mi sono imbattuto nella frase virgolettata leggendo un articolo sul giornale riguardante il come insegnare le tecnologie nella scuola. Ma questa frase in realtà ha uno spettro molto più ampio e si riferisce al cambiamento radicale del nostro modo di vivere, di pensare ed operare dopo l’invasione di internet e dei social nella vita di tutti i giorni, soprattutto attraverso il suo strumento principe: lo smartphone.
Oggi siamo letteralmente bombardati da informazioni, al punto che non è raro il caso in cui, partendo – telefono alla mano – con il ricercare qualcosa, usando Google, i social o su un giornale online, finiamo per trovare altro e altro ancora, al punto che talvolta ci dimentichiamo qual era la ricerca da cui eravamo partiti.
Ma questa smisurata cascata di informazioni va a discapito dell’esperienza, che incide molto più su quel processo indispensabile all’uomo che è quello dell’apprendimento, collegato a sua volta alla capacità di riflettere a fondo su ciò che stiamo facendo.
La frase menzionata all’inizio è stata scritta nel 2001, ed oggi è valida più che mai, visto che si sta parlando insistentemente di Intelligenza Artificiale, che sta portando a livelli estremi la capacità del computer di rielaborare informazioni, senza aggiungere nulla di nuovo.
Ma l’uomo non deve mai dimenticare che il suo cervello è capace di qualcosa che nessun computer e nessun programma sofisticato sarà mai in grado di realizzare: un atto di creatività. Ecco perché dobbiamo riemergere dalla marea di informazioni e ricominciare a fare più esperienze di vita.