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La BCC di Conversano perde soci: -132 in 2 anni. Tra gli amministratori, record di pensionati
Da sinistra: il presidente Giuseppe D'Orazio, il Direttore Donato Venerito e il presidente del collegio sindacale dott. Antonio Laruccia

La BCC di Conversano perde soci: -132 in 2 anni. Tra gli amministratori, record di pensionati

Non tutti i risparmiatori magari avranno il tempo e le competenze di leggere il bilancio della propria banca. Ma qualche precauzione possono prenderla per monitorare periodicamente lo stato del proprio istituto in un momento, come quello che stiamo vivendo, di grande incertezza per risparmiatori e soci degli istituti di credito, allarmati per le ricadute che sui loro capitali potranno avere il decreto Salvabanche, la riforma delle Banche di Credito Cooperativo e i guai di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara. Sia il decreto che la riforma interessano direttamente la BCC di Conversano, la “banca dei conversanesi”, presieduta da numerosi lustri da Peppino D’Orazio (noto commerciante e frantoiano) e diretta da altrettanti lustri dal ragioniere Donato Venerito, che abbiamo “monitorato” consultando i documenti pubblicati dall’istituto di credito e dalla Banca d’Italia.

In attesa della pubblicazione del bilancio 2015, la Bcc mette a disposizione la relazione e le tabelle relative al 2014. Un indicatore che è diventato molto importante per misurare la solidità degli istituti bancari è il Common equity tier 1, in sigla Cet1. Con questo indicatore si rapporta il patrimonio netto della banca ai rischi assunti. I parametri europei prevedono al minimo un Cet1 Ratio dell’8 per cento che equivale a dire che una banca può effettuare investimenti (finanziamenti, prestiti, mutui, investimenti su titoli e così via) ponderati per il rischio superiori a 12,5 volte il capitale proprio. Più questo indicatore è elevato, maggiore dovrebbe essere la solidità dell’istituto ovvero la capacità di affrontare eventuali scenari negativi avendo un maggiore “cuscinetto”di garanzia. Balza subito all’occhio come la BCC di Conversano con il suo CET 1 al 35,43% (per 117milioni 799mila euro) presenti un indicatore migliore ed in crescita rispetto a banche più commerciali o banche popolari.

Tra le “banche piccole” (quelle con bilancio consolidato tra i 5,2 milioni e i 650 milioni di euro), la BCC di Conversano risulta al 34° posto in Italia (dati Eurocons), al 53° per solidità, al 36° per produttività e al 34° per redditività. Alla formazione di questa classifica contribuiscono dati importanti. Come la raccolta di 467milioni di euro, l’erogazione verso la clientela di 300 milioni. Ma anche dati come quelli sui crediti deteriorati: ben 39milioni 325mila euro, con un incremento di 9milioni 976mila euro (più 33,99%)  rispetto al 2013. I crediti deteriorati sono le sofferenze della banca, cioè denaro prestato che difficilmente i funzionari di via Mazzini riusciranno a recuperare. Nonostante tutto, la banca di Conversano ha conseguito un utile di 6milioni 120mila euro per un patrimonio netto di 120milioni 400mila euro.

Dalla relazione emergono inoltre notizie che non riguardano solo la fredda contabilità ma la situazione di questa società cooperativa. Fondata nel 1958 da 64 soci, in prevalenza agricoltori, artigiani e piccoli imprenditori, la ex Cassa Rurale e Artigiana aveva raggiunto quota 1000 soci con l’adesione di operatori di Putignano, Mola, Rutigliano, Bari, Triggiano e Noci, città che ospitano alcune filiali. La base sociale si è ora ridotta a circa 800 soci. Nel 2013 e nel 2014, infatti, a fronte di 10 nuove adesioni, sono usciti 132 soci (8 per decesso).  Dati, questi, in controtendenza rispetto a gran parte delle banche impegnate ad ampliare la propria base sociale per creare le condizioni migliori affinchè le periodiche ricapitalizzazioni,  laddove necessarie (e in questo periodo difficile lo sono), vadano a buon fine. Operazione in parte non riuscita alla Bcc di Conversano, visto che i 132 soci usciti non hanno sottoscritto la ricapitalizzazione chiesta a  maggio 2014, quando il valore nominale delle azioni è passato da 1150 a 2000 euro.

Altri dati che i risparmiatori e i soci della BCC possono considerare utili riguardano le ispezioni, i rapporti con il fisco, le controversie legali. Ha dato esito positivo l’ispezione, per il biennio 2013-14 dell’Agci (Associazione generale delle cooperative italiane). Ammonta a 107mila euro un accertamento sui redditi giunto al 3° grado di giudizio; 15mila gli euro accantonati per una sanzione dell’Agenzia delle Entrate. Ben 539mila gli euro destinati alla risoluzione di controversie legali con clienti e qualche dipendente. Nel mese di ottobre 2014 è stata avviata la visita ispettiva della Banca d’Italia con esiti comunicati alla BCC a febbraio 2015: “I contenuti – informa l’Istituto sul suo sito – sono stati oggetto di risposta all’organo di vigilanza in un’ottica di accoglimento delle osservazioni formulate”. Ad oggi, però, la BCC non ha pubblicato l’esito dell’ispezione. Qualche notizia però è trapelata e riguarda il taglio di alcuni stipendi esagerati. Altra notizia che non ha suscitato entusiasmo riguarda la sostituzione, imprevista, nel cda, del presidente degli artigiani Gino Sibilia con Gaetano Lo Re, ex presidente della disciolta coop Eurofrut finita all’asta. La decisione ha fatto torcere il naso a diversi soci ancora legati ai princìpi ispiratori del 1958, quando a fondamento dello statuto furono posti la mutua assistenza, la correttezza, la rettitudine, la moralità. Questi princìpi, si chiedono i soci delusi, continuano ad avere un valore nella banca di Conversano? “Ah! se vivesse il professor Arienzo!” (lo storico presidente, ex preside e ultimo podestà di Conversano), dicono i soci più anziani, manifestando in questo modo disapprovazione per l’esclusione del presidente degli artigiani dal consiglio d’amministrazione di una banca fondata proprio dagli artigiani. E’ come se un estraneo entrasse nella vostra abitazione e con forza vi costringesse ad abbandonarla!

AMMINISTRATORI E DIRETTORI

Oggi fanno parte del CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE: Giuseppe D’Orazio (presidente, commerciante), Antonio Pace (vice-presidente, ex docente e commercialista), Michele D’Attoma (commerciante), Luigi Fanelli (agricoltore), Giuseppe Gungolo (artigiano), Domenico Lamascese e Michele Locorotondo (agricoltori), Andrea Rotolo (ex operatore irriguo e sindacalista Federagri), Gaetano Lo Re (ex presidente cooperativa agricola Eurofrut). COLLEGIO SINDACALE: Vitantonio Laruccia (presidente e ex dirigente della Polizia Provinciale), Giuseppe Lofano, Lorenzo Paradiso, Donato Magistà e Ambrogio Pugliese (commercialisti). COLLEGIO DEI PROBIVIRI: Francesco Liuzzi (presidente, imprenditore), Pasquale Lovecchio (architetto), Cristoforo Sisto (ex assicuratore), Coletta Pasquale (imprenditore), Domenico D’Alessandro (imprenditore). DIRETTORE GENERALE: Donato Venerito (ragioniere). Vice direttore: Francesco Coletta (dottore in Economia).

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