E’ utile tornare sull’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo e, quindi, su quanto è successo il 25 aprile a Conversano. Nulla di eccezionale, sia ben inteso. Ma non può essere sottaciuta la linea sottile che ha accompagnato una manifestazione diventata “tesa”, a causa della decisione del sindaco di Conversano di annullare, con un post sui social, il corteo inizialmente previsto, in ossequio alla “sobrietà” da mantenere nella manifestazione per il lutto nazionale a causa della scomparsa dell’amato Papa Francesco. Una decisione forse suggerita dai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma.
Sobrietà raccomandata da esponenti del governo nazionale e dalle prefetture, senza per questo comprendere l’annullamento dei cortei. Magari l’annullamento dei concerti previsti, cosa avvenuta senza problemi in ogni parte d’Italia.
Un annullamento del corteo nemmeno tanto gridato e che, in fondo, non ha evitato che il corteo si svolgesse lo stesso.
A Conversano, da qualche anno, il 25 aprile aveva smesso di essere una manifestazione civile per ricordare la liberazione dal nazifascismo dovuta ai partigiani: donne, uomini e giovanissimi che hanno sacrificato la propria vita per rendere libere le future generazioni.
A Conversano la manifestazione del 25 aprile era diventata una specie di manifestazione appaltata a protocolli “militari” che, pur avendo un significato rispettabile, non corrispondeva più al vero significato della data della liberazione. E questo si sentiva nell’aria da qualche tempo; c’erano stati anche momenti di tensione durante alcuni cortei quando i partecipanti avevano intonato Bella Ciao ed erano stati “identificati” dai Carabinieri per non si sa quale ipotesi di reato.
Questo era stato il 25 aprile degli ultimi anni in città, fino a quando non è nata l’associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI), sezione di Conversano. Un’associazione nazionale, riconosciuta a livello istituzionale da tutti e non di certo un raggruppamento di facinorosi. Un’associazione che, oltre ad avere come aderenti adulti, da qualche tempo ha puntato moltissimo sui giovani riuscendo a lavorare con le scuole sui temi della libertà e dell’antifascismo. L’essenza del 25 aprile.
L’anno passato l’allora presidente dell’ANPI di Conversano, Ermando Ottani, era intervenuto presso il monumento dei Caduti facendo riferimenti storici precisi e aveva riscaldato i cuori dei presenti. Quest’anno alla manifestazione, nello stesso luogo, è intervenuto il nuovo presidente dell’ANPI Enzo Locaputo, con passione e motivazioni tali da ricevere un applauso interminabile per le cose dette, con tranquillità e garbo, che facevano riferimento anche ai pericoli attuali di un ritorno di metodi coercitivi delle libertà fondamentali (quella di manifestare, di protestare, di esprimere liberamente il proprio pensiero).
I rappresentanti delle associazioni dei combattenti e d’arma di Conversano, avevano già deciso di non intervenire dopo aver manifestato un sostanziale diniego all’intervento dell’ANPI, durante incontri tenuti in comune nei giorni precedenti. Una situazione grottesca che fortunatamente non ha trovato applicazione se non il tentativo “non molto convinto” del sindaco che aveva annullato il corteo ma non di certo chiesto all’ANPI di non intervenire.
L’utilità di un’ulteriore riflessione sul 25 aprile a Conversano è dettata da due fattori: il primo è che il 25 aprile non è una festa neutra. E’ di parte e appartiene a coloro che si identificano nei valori antifascisti scritti nella Costituzione Italiana e non di certo dettati dall’ANPI. Una Costituzione bellissima, come ci riconoscono nel mondo intero. Il secondo fattore è che la polemica tra qualche rappresentante delle associazioni combattentistiche e l’ANPI è fuori luogo e non conduce a nessun risultato utile per la comunità.
Negli ultimi 50 anni a Conversano la convivenza durante la manifestazione del 25 aprile tra associazioni combattentistiche, movimenti e partiti è stata esemplare. Ognuno ha fatto il suo con tranquillità esercitando lo spirito unitario di chi si riconosceva nei valori antifascisti contenuti nella Costituzione.
Oggi non è possibile per nessuno trasformare a Conversano il 25 aprile in una sorta di manifestazione neutra o militare. Il 25 aprile è festa civile, in cui si ricordano valori e comportamenti precisi. Festa dove devono trovare sempre più spazio le riflessioni dei più giovani (ne abbiamo ascoltate di commoventi e straordinarie lette da giovanissimi durante la sosta al monumento dei Caduti) e dove c’è spazio per tutti coloro che esaltano il valore della libertà. Ci deve essere spazio per chi vuole intonare Bella Ciao, un canto diventato l’inno della libertà nel mondo intero, e per chi vuole partecipare ad una manifestazione che riconcilia con lo spirito dei nostri nonni e genitori che si ribellarono al nazifascismo.
In Italia ci furono partigiane e partigiani, giovani staffette e anche militari che si schierarono con i partigiani e quindi contro i nazifascisti. Questa è la storia della quale dovremmo essere fieri tutti. C’è sempre spazio per gli amanti delle libertà.