E’ passata in sordina, in città, l’approvazione della mozione sul salario minimo comunale, durante l’ultimo Consiglio del 14 novembre scorso. Approvato all’unanimità dei presenti (11consiglieri su 17). E con l’assenza, che ha fatto molto discutere, dei due consiglieri comunali del PD di Conversano, partito che a livello nazionale, ma anche regionale e comunale, si è sempre battuto per questa misura contro il lavoro povero.
Non c’è alcun dubbio sulla reale volontà del PD locale a favore del salario minimo comunale; l’assenza dei due consiglieri alla discussione e votazione rappresenta un fatto del quale sicuramente gli stessi dovranno chiarire all’interno del proprio partito e ai cittadini.
Ma dicevamo dell’importanza di questa misura che alcuni grandi comuni hanno approvato: l’ha fatto Firenze, l’ha fatto Napoli, l’ha fatto Livorno e lo stanno facendo in tanti. Una misura che pone le basi per una norma nazionale, non voluta dalla destra di governo su proposta delle opposizioni, e che consentirebbe ai lavoratori delle imprese che si aggiudicano appalti pubblici di ricevere un minimo di 9 euro lordi per ogni ora di lavoro.
Varrebbe per i lavoratori delle imprese di pulizia, per quelli della vigilanza e per quelli dei servizi cimiteriali, per esempio. Una misura che ridarebbe un minimo di dignità al lavoratore e alla parola “lavoro”.
A Conversano la proposta di mozione sul salario minimo comunale al Consiglio Comunale l’ha promossa il movimento politico Quark e l’ha presentata al Presidente del Consiglio, nel maggio scorso, la consigliera comunale Barbara Accardo. Una proposta presentata da una consigliera comunale con il sostegno ufficiale di alcune forze politiche non rappresentate in Consiglio: Quark, Conversano Bene Comune, Giovani Democratici, Partito Socialista e Rifondazione Comunista. La stessa proposta che in un primo momento la maggioranza di consiglio non volle approvare, rinviando ad approfondimenti. Per poi, la stessa maggioranza, a distanza di mesi ripresentarsi in consiglio con una ulteriore proposta, ancora una volta emendata durante gli stessi lavori del 14 novembre scorso, fino all’approvazione ufficiale con questa frase chiara destinata a coloro che negli uffici sovrintendono alle gare d’appalto: “verificare che i contratti indicati nella procedura di gara siano i contratti collettivi di maggior favore al trattamento economico minimo pari a 9 euro salvi restando i trattamenti di miglior favore“. In poche parole si tratta del salario minimo comunale per i lavoratori.
Ci sono più aspetti da chiarire, quelli di natura politica e quelli che riguardano un fatto assolutamente nuovo nella geografia del Consiglio Comunale di Conversano.
In tutti i comuni laddove si stanno approvando queste mozioni, tutti sanno che si tratta di una mozione sfidante per il governo nazionale e che vuole anticipare una norma che più volte il governo Meloni ha detto di non condividere. Sarebbe interessante capire cosa mai dovesse decidere un giudice chiamato da qualche impresa riottosa all’applicazione dei 9 euro all’ora, imposta dalle stazioni appaltanti, in mancanza di una norma nazionale di riferimento. Ma, come è noto, senza azioni politiche di questo calibro, chiare e decise, nulla mai potrebbe cambiare. Non è affatto difficile capire che la decisione del Consiglio Comunale di Conversano, come tutte quelle dei comuni che stanno facendo un’azione di salvaguardia della dignità dei lavoratori, ha un’importanza strategica e pone il nostro comune all’avanguardia delle scelte e decisioni in tema di lavoro.
Il secondo aspetto riguarda proprio il Consiglio Comunale di Conversano e la sua decisione unanime su questo argomento, pur contando sei assenze dalla discussione e votazione. Non era scontato che la maggioranza di governo approvasse la mozione. Invece l’ha fatto e di questo bisogna darne atto. Evidentemente, a volte, anche i consessi che spesso non danno prova di maturità politica riescono a far uscire dal cilindro ragionamenti e decisioni utili per la collettività.
Adesso sarebbe bene che il Consiglio Comunale non si fermasse alle cosiddette apparenze e andasse a cercare tutte quelle retribuzioni date ai lavoratori delle imprese che si aggiudicano servizi pubblici. Quanto guadagnano gli addetti alle pulizie degli immobili comunali? E quanto quelli della vigilanza? E quanto coloro che svolgono funzioni “volontarie” negli immobili comunali o in manifestazioni che hanno a che fare con il Comune di Conversano? E’ necessaria una completa ricognizione perché i prossimi appalti devono tener conto della mozione approvata da tutti e mettere la dignità del lavoro e del lavoratore al centro delle scelte. Si partirà da un minimo di 9 euro all’ora, oltre che dal rispetto dei contratti collettivi più favorevoli.
La nostra comunità, per una volta, può essere soddisfatta del lavoro che quei consiglieri comunali, sindaco compreso, hanno fatto durante la seduta del 14 novembre scorso. Hanno scelto e si sono schierati dalla parte dei lavoratori.
E il centrosinistra politico, al netto delle assenze e dei pretesti, può dire di aver raggiunto un obiettivo dignitoso e lungimirante. E su questo può costruire l’immediato futuro per il quale comincia ad essere tardi.
L’intervento di Gianmarco Lorusso di Quark sulla proposta di salario minimo comunale, durante la manifestazione del 1 maggio scorso in Largo della Corte

Ottima notizia. Non necessariamente, per essere operante, bisognerebbe attendere indicazioni dal Governo centrale. Il Sindaco dovrebbe, se convinto, indirizzare i responsabili degli appalti di tali servizi secondo quanto deliberato dal Consiglio comunale. Ovviamente bisogna esaminare con MOLTA ATTENZIONE quanto preparato dai responsabili, per contenere la spesa finale.