La festa del papà non ha senso senza un rinnovato senso di paternità. E di maternità. Perché si deve essere in due per generare una nuova vita. E ciò implica sempre un atto di fiducia verso l’avvenire, e verso il mondo, come dice la frase di Baricco.
Giorni fa, una giovane donna di mia conoscenza, scossa dalle notizie del nostro pianeta, continuamente sconvolto da venti di guerra, ha confessato di non sentirsela di mettere al mondo un figlio, stante questo scenario.
Mi sono allora ricordato di un docufilm, straziante e bellissimo, “Alla mia piccola Sama”, girato nella martoriata città siriana di Aleppo, devastata dai missili russi, in cui una giovane coppia, pur potendo fuggire, decide di rimanere lì con la loro piccolissima figlia, perché nonostante tutto vogliono entrambi pensare al futuro. E a un mondo migliore nella loro terra di origine. Una cosa che provoca una commozione profonda.
La vita riesce ad emergere sempre, anche dall’inferno più devastante. Come la primavera (ora alle porte) che ci sorprende ogni anno facendoci dimenticare l’apparente morte invernale.