In cosa ci assomigliamo e cosa celiamo noi uomini lo dice Pier Paolo Pasolini, che, se la memoria non mi fa cilecca, ebbe a scrivere quanto segue: “Sì, la ragione… Ma l’uomo vive di sentimenti che tiene ben nascosti”.
I nostri sentimenti li teniamo nascosti ma sono il carburante che muove il nostro essere. Poi arriva il momento in cui erompono e dilagano. È quello che è successo in questi giorni dopo la morte di Diego Armando Maradona, prima, e di Paolo Rossi, dopo. Abbiamo assistito a una vera e propria esplosione italiana e mondiale di emozione: irrazionale, incontrollata. Ma allo stato puro. Che ci ha ricordato quello che ci fa vivere. Nel bene come nel male.
Nell’eterno rapporto tra ragione e sentimento, quindi, sappiamo tutti chi ha la indiscussa prevalenza. Il sentimento è come un magma che riesce a dare calore alla terra apparentemente fredda del raziocinio. È sotterraneo, ma sempre presente e pronto ad eruttare. Ecco perché si parla ormai di intelligenza emotiva, allorquando si è capito che non si può districare e scindere il rapporto su citato.
Consentitemi un ricordo personale. Nella primavera del 1997 scrissi un articolo sul giornalino scolastico “Il Corriere del serale” della mia scuola, nel quale parlavo dell’incredibile quarta traccia dell’esame di maturità dell’anno precedente, in cui, invece di proporre, come era sempre stato, argomenti di facile svolgimento, chiesero di disquisire sul rapporto tra matematica e poesia. Nell’articolo, anche se volli dire la mia su quel tema affascinante, ma da salotto culturale, lamentai il fatto che una traccia di quel genere potesse essere data ad un corso serale di ragioneria per studenti lavoratori.
Ebbene, con mia grande sorpresa, qualche giorno dopo la pubblicazione del giornalino, venne da me alla cattedra una mia alunna. Mi diede un foglio protocollo dicendomi: “Prof., ho voluto scrivere anch’io un tema sulla matematica e sulla poesia!”.
Presi il manoscritto con non poche perplessità sul contenuto. Invece, con mia totale sorpresa, lessi un meraviglioso tema che sviluppava il rapporto tra ragione e passione. Partiva con una poesia dell’alunna, di cui voglio stralciare alcuni versi:
“Ragione, passione
ossimori crudi
del tempo presente.
Ragione, passione
[…]
Chi prevarrà?
Ama,
e soltanto l’Amore
ti renderà Ragione
di quella Passione.”
A suggellare il ragionamento… emotivo, chiudo con questi famosi versi di Martha Medeiros:
“Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.”