Conversano – Oggi è 9 novembre 2020. Lo vivo come il giorno più difficile, quello della più alta responsabilità di un genitore che, di fronte alle incertezze di chi ti governa a tutti i livelli, si sente crollare il mondo addosso perché è chiamato a scegliere da solo in una selva di suggerimenti che sembrano certezze ma tali non sono. Oggi, tanti genitori che decidono di mandare a scuola i propri figli si sentono sbagliati, incapaci e poco adatti a ricoprire quel ruolo, perché non tutelano, forse, la salute dei loro cari amati figli.
E il dubbio ti assale, ti logora. Tra un presidente regionale che ti consiglia di chiedere la didattica a distanza e non essere remissivi e far valere le proprie ragioni. E un ministro che, invece, invita il presidente della regione ad uniformarsi al resto dell’Italia. E noi schiacciati in mezzo a diatribe che non ci aiutano e, il più delle volte, ci confondono.
Abbiamo troppe responsabilità da gestire, non è giusto lasciar questa responsabilità a noi, solo a noi.
Vivo nella speranza che il governo assuma al più presto ulteriori provvedimenti, ma unici e chiari. Giusto o sbagliati che siano, perché ormai abbiamo capito che niente ci va bene perché noi stessi continuiamo ad essere confusi e “sbattuti” da una notizia all’altra, da un comunicato a una sentenza del TAR, da ordinanze a interviste sui giornali in un vortice che ti crea solo sgomento e incertezze e che riversiamo sui nostri figli. Abbiamo bisogno di provvedimenti semplici, chiari, leggibili perché abbiamo sempre pensato che la scuola avrebbe dovuto occupare il primo posto nelle priorità di tutti.
La scuola non è solo nozioni, é una palestra di vita, per imparare a crescere; tra i banchi di scuola si insegna ai nostri figli di scegliere un domani, il futuro che vorranno vivere.
Chi studia sa quali sono i propri diritti e come fare per poterli rivendicare. La scuola è fatta per dare le stesse opportunità a tutti, a prescindere dalle classi sociali.
La scuola é importante per relazionarsi, perché è lì che si comincia a capire cosa possa significare vivere da protagonisti in società e in quella avere rispetto degli altri e pretenderne per se stessi. Studiare significa mettersi alla prova, si comprende che nessun obiettivo si raggiunge senza impegno, si dà un calcio alla superficialità e si capisce che l’approfondimento è una strada per il raggiungimento degli obiettivi di vita.
Questa dovrebbe essere la scuola, questi sono i sogni da realizzare per i nostri figli e per noi genitori. Ci sentiamo invece nel deserto della solitudine e di una responsabilità che va oltre le nostre capacità, oltre le mie capacità.
Voglio scegliere con oculatezza e so di doverlo fare da genitore, fatemelo scegliere con la certezza di fare la cosa giusta. Se vengo chiamata a scegliere tra l’istruzione e la salute dei miei figli, mettetemi nella condizione di non escludere nessuna delle due. Siamo stati messi, invece, nelle condizioni di fare scelte diverse perdendo l’unicità dell’istituzione scolastica; adesso provvedete con immediatezza e ridateci la certezza che quel luogo e quelle aule sono tutto per i nostri figli e che la salvaguardia della loro salute equivale alla salvaguardia del loro futuro.
Non perdete più tempo.