Oggi primo settembre, come tradizione, molti cittadini si sono riversati sulle spiagge di Cozze o Polignano per attendere l’alba. Un rito che è una via di mezzo tra il sacro e il profano; infatti c’è chi si reca al mare recitando una preghiera e chi, coraggiosamente, si immerge completamente in acqua o si bagna i piedi con la speranza di esorcizzare tutti i malanni.
L’atmosfera che si offre agli occhi è meravigliosa. Il mare color argentato che dondola i gabbiani ancora addormentati sulla sua superficie. Qualche gabbiano, forse svegliato dalla presenza dell’uomo, timidamente tenta il volo ma subito si riabbandona sulla superficie del mare. In lontananza si vedono le barchette, immobili, di qualche pescatore. Le persone attendono in un silenzio irreale il sorgere del sole che puntuale si presenta e in poco tempo ruba la scena e inonda di luce tutto quello che incontra. Qualcuno timidamente applaude, qualcuno invece ringrazia il primo settembre che gli da il coraggio di vincere la timidezza e alzarsi prima del sole e correre ad aspettarlo.
Una volta sorto il sole la prima preoccupazione è quella di fare colazione. Il silenzio di pochi minuti prima è rotto da tutti i presenti che mentre bevono un cappuccino o mordono un cornetto parlano di come trascorreranno la giornata. I più tesi sono i docenti, visto che il primo settembre coincide con l’inizio delle attività scolastiche, chi invece è rientrato al lavoro ha già sul volto dipinta la stanchezza e si percepisce la voglia di restare ancora un po’ sulla spiaggia e il dovere di andare a lavorare.
Sarebbe bello se a tutti, almeno una volta l’anno, fosse fatto obbligo di aspettare l’alba e forse, chissà, un bel giorno il sole sorgerà su un mondo senza più guerra, razzismo, omotransfobia, invidia e tutte le cattiverie con cui l’uomo è costretto a convivere.