Fabio Saverio Romito è candidato nella lista della Lega per le elezioni regionali 2025. Barese di 37 anni, consigliere regionale della Lega nella legislatura appena conclusa. Si è laureato in Giurisprudenza all’Università Aldo Moro di Bari con una tesi in diritto tributario.
Nel 2024 è stato il candidato sindaco del centrodestra nella città capoluogo.
In molti pensavano e pensano, sia nel suo schieramento di destra ma anche a sinistra, che lei sarebbe stato il candidato presidente che più avrebbe potuto competere con Decaro. Sia dal punto di vista del risultato elettorale che sul piano della dialettica e delle proposte. È d’accordo con questa sensazione diffusa?
Sono orgoglioso di poter rappresentare una alternativa valida e credibile a questo centro sinistra, motivo per cui ho condotto questa campagna elettorale con ancora più energia e tenacia. Sono convinto però che in politica Il Centrodestra debba imparare a programmare per tempo le campagne elettorali. Personalmente sono orientato al futuro perché mi piacerebbe ricostruire in tutta la Puglia, un Centrodestra competitivo e soprattutto attento ai territori.
È candidato al consiglio regionale per la Lega. Pensa che il suo partito raggiungerà la soglia di sbarramento per entrare in consiglio regionale? E quale risultato lei pensa di raggiungere nella città di Conversano dove vanta molti amici?
Ad un candidato per scaramanzia non si chiedono mai pronostici sui risultati. Direi però che l’obiettivo è un po’ più ambizioso ed è quello di migliorare il risultato delle europee. So quanto impegno ci stiano mettendo tutti i candidati della nostra lista. Sono fiducioso.
Parliamo di sanità: che ci sia bisogno di una riorganizzazione dei servizi e dell’offerta sociosanitaria è ormai un fatto acclarato. Che la sanità sia una materia concorrente tra Stato e Regioni è altrettanto certo. Ciò detto, qual è la sua proposta concreta per abbattere le liste d’attesa in Puglia?
Per prima cosa bisogna cambiare il metodo di selezione del management sanitario pubblico, oggi quasi esclusivamente basato su appartenenze politiche e logiche elettorali. Le ultime nomine nel consiglio di indirizzo del policlinico lo dimostrano. Alla Puglia servono manager competenti e capaci, non amici fidati dei politici.
I dati sull’occupazione vedono la Puglia come la regione meglio messa rispetto alle altre del Mezzogiorno. Il centrodestra pugliese, se governasse, in quali settori investirebbe? E con quali strumenti e risorse per far crescere sempre di più la percentuale della buona occupazione?
L’unica cosa che non manca in tema di mercato del lavoro sono le risorse economiche. Fino ad oggi però, sono state impiegate male attraverso politiche di formazione professionale più orientate a pochi grandi centri di formazione piuttosto che i ragazzi da formare e alle aziende da sostenere. Va capovolta questa logica
Cosa farebbe il centrodestra per far rimanere i ragazzi pugliesi nella propria terra ad esprimere i propri talenti? A quali azioni concrete penserebbe?
Negli ultimi vent’anni, quelli del centro sinistra, 70.000 giovani pugliesi sono emigrati al Nord. Di questi non è rientrato quasi nessuno. Abbiamo avuto il paradosso che addirittura Regione Puglia ha investito in questa emigrazione di talenti di massa, finanziando progetti che servivano per studiare e ottenere Master fuori regione anziché metterlo nelle condizioni i nostri giovani di rimanere. Per prima cosa serve merito e poi serietà. Non si convincono i giovani a restare in Puglia con stupide promesse elettorali.
Come considera, alla luce degli ultimi sviluppi, la ZES (Zona economica speciale) unica che potrebbe far saltare la capacità dei comuni di regolare i propri territori perché tutto andrebbe in deroga? Secondo il centrodestra pugliese qual è il punto di equilibrio tra sviluppo e salvaguardia del territorio?
Il territorio deve essere inserito in un contesto di sviluppo per farlo serve snellire la burocrazia e rendere più semplici adempimenti ad oggi complicatissimi. In questo quadro leggo con soddisfazione la proposta della lega già approvata in prima lettura di rivedere il ruolo delle soprintendenze. Mettere un tavolino in più, realizzare un piccolo ampliamento di una masseria o peggio una piscina non può diventare una avventura infinita. Bisogna fare attenzione invece sul rischio di depauperare il paesaggio con un utilizzo smodato di rinnovabili e parchi eolici. Qui il paesaggio deve essere difeso ad ogni costo, come ho già fatto anche in ordine ad una iniziativa nel vostro territorio.
La Puglia ha un record negativo: è la regione d’Italia con il maggior numero di persone che vivono in stato di povertà relativa. Alla luce di questa considerazione, qual è la ricetta del centrodestra per far uscire quelle persone da questo stato di semi-indigenza? E le misure del governo centrale in quale maniera vanno incontro a queste esigenze?
Il Centrodestra deve mettere al centro del proprio programma la lotta alla povertà. Oggi si può essere poveri anche avendo uno stipendio, si può essere poveri perché non si ha accesso alla sanità pubblica, ai trasporti, ai servizi pubblici essenziali che determinano la civiltà di un territorio. Serve un piano Marshall contro la povertà, che parta dall’edilizia popolare e finisca per migliorare i servizi di cui oggi i pugliesi hanno estrema necessità. È inaccettabile, per esempio che un territorio come Conversano e in generale tutto il sud-est non abbia un pronto soccorso. Questo è un impegno che intendo assumere e portare a compimento.
Le facciamo l’ultima domanda. Il risultato per le elezioni regionali in Puglia del prossimo 23 e 24 novembre sembra scontato, non solo per i sondaggisti ma anche per gli analisti politici. Sinceramente lei pensa che ci sia ancora margine per il candidato di centrodestra Lobuono, di competere con il candidato di centrosinistra Decaro?
In politica come nella vita battaglie vinte o perse in partenza non esistono. Evidente però che le condizioni non sono ottimali, anche a causa di un Centrodestra non all’altezza delle esigenze e delle aspettative di molti elettori pugliesi. Non si può arrivare con così tanto ritardo alla scelta del candidato presidente, ecco perché ho deciso di ricandidarmi e chiedo un forte mandato popolare per avere la forza, dal 25 novembre di ricostruire un perimetro politico alternativo alla sinistra. Questo vale in tutti i comuni della nostra regione partendo dalle amministrative di Bari nel 2029.