“È certo che, per merito della civiltà, l’uomo è diventato se non più sanguinario, certamente sanguinario in modo più disgustoso” (Fëdor Dostoevskij)

È certo che, per merito della civiltà, l’uomo è diventato se non più sanguinario, certamente sanguinario in modo più disgustoso. Prima egli vedeva, nel versare il sangue, un atto di giustizia, e con la coscienza perfettamente tranquilla sterminava chi andava sterminato; oggi invece, sebbene noi consideriamo lo spargere del sangue un’infamia, tuttavia commettiamo lo stesso tali infamie, e anche più di prima (Fëdor Dostoevskij)

Il romanzo “Ricordi dal sottosuolo” segnò una svolta nella carriera dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij, aprendo la strada ai suoi successivi grandi capolavori. In questo scritto il protagonista è un antieroe, un uomo cattivo – lo dice lo stesso autore sin dall’inizio – che ha poche certezze e tante, tantissime contraddizioni. Essendo stato scritto negli anni Sessanta dell’Ottocento, questo romanzo anticipa le caratteristiche dell’uomo contemporaneo, quale la letteratura mondiale suggellerà da allora fino ai nostri giorni.

La frase riportata, sembra di una drammatica attualità ed è una riflessione sconfortante tra livello di civiltà e grado di efferatezza nei comportamenti umani. Secondo il grande scrittore l’avvenuta consapevolezza che la violenza sia un male non sortisce effetto alcuno nel mitigarne la portata.

E come dargli torto? Quello che è avvenuto in tutto il Novecento, con le due guerre mondiali, e, purtroppo, quello che stiamo vedendo in questi tempi, sono una triste conferma.

A voler rimanere nei nostri dintorni geografici, il conflitto nella ex-Jugoslavia, prima, e quello in Ucraina in questi tempi, per non parlare di ciò che è successo e continua a succedere in Medio Oriente, non lasciano margine di dubbio sul fatto che gli sterminii e le atrocità sembrano essere indipendenti dal grado di civiltà.

Come amara conclusione, non posso non citare i seguenti versi tratti dalla poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi, che mi paiono essere di una portata universale, ben oltre la tragedia della Shoah che li ha generati:

“Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo.”

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