Se c’è un modo per dimostrare quanto sia vero l’assunto che siamo una società, quella degli adulti, che non riesce a decidere su cose che appartengono al mondo dei bambini, quella del caos causato dalla controversa ubicazione del Luna Park, ne è un’importante espressione.
Gli attori di questa vicenda che ha alimentato un dibattito che nessuno si sarebbe aspettato: i giostrai e l’amministrazione comunale da un lato, dall’altra la cosiddetta società civile che si è divisa tra “pro e contro” la presenza delle giostre. Gli unici a non poter dire la loro, in questa società di anziani, sono proprio i bambini che si sentiranno dire dai propri genitori che le giostre non ci saranno. Spiegare loro i motivi sarà difficile perché, di solito, la vita della città non è fatta per dare spiegazioni alle nuove generazioni ma per regolare i rapporti di forza tra le vecchie.
E così se l’amministrazione comunale sceglie e propone per l’area Luna Park via O. Marangelli nella zona artigianale (per motivi legati, dice, alla riqualificazione del campo sportivo P. Lorusso), i giostrai dicono di no perché quella zona è lontana e non facilmente raggiungibile. Quindi niente Luna Park. Di solito tra le parti si discute, si propone, si rilancia, si media tra gli interessi di tutti. Con i giostrai che, in questo caso, fanno i propri interessi e con l’amministrazione comunale che deve tutelare gli interessi dei cittadini. Questa fase di mediazione sembra non abbia portato ad alcun risultato se non quello di scatenare una di quelle polemiche in cui ci è entrato di tutto. Dai soliti sostenitori del “ci sono cose più importanti da risolvere” a coloro che parlano di prezzi esorbitanti per i giri sulle giostre, da quelli che parlano di frustrazione per i bambini, a coloro che “non vedevamo l’ora di mettere fine a queste spese” per il divertimento puro dei più piccoli, e non solo.
Se via O. Marangelli, nella zona artigianale, non ha trovato spazio nelle preferenze dei giostrai, ancora non si riesce a capire il motivo per cui non si è presa in considerazione l’ipotesi dell’area circostante il Palasangiacomo. Dove nel 2019 l’esperimento vide in un primo momento scetticismo e titubanza da parte degli esercenti e degli abitanti ma poi, a conti fatti, una sostanziale convergenza e un apprezzamento per la riuscita dello stesso esperimento.
Quest’anno, quindi, il Luna Park non ci sarà. Lo hanno deciso i “grandi” e i bambini, come da tradizione, non sono tenuti a sindacare. Nel dibattito è entrato di tutto, tranne la discussione, sempre tra i grandi, sull’area attrezzata e finanziata dalla Regione con 720 mila euro sin dal 2007 per farne zona mercatale e per i grandi eventi compreso il Luna Park.
E se si cogliesse l’occasione per parlarne e dare seguito agli atti conseguenti che risolverebbero il problema del mercato settimanale in via P. M. Accolti Gil e delle giostre in occasione dei festeggiamenti?
Su quest’ultima ipotesi, quella del finanziamento regionale a fondo perduto, da troppo tempo è calato il silenzio perché implicherebbe una discussione su strumenti urbanistici (PIRP) che stanno cambiando interi quartieri (zona supermercato Famila e dintorni) e con caratteristiche ben diverse da quelle stabilite dalle norme dello strumento. Quella che sarebbe, in questo momento, la discussione da “grandi” vede gli stessi ammutoliti, senza idee e nemmeno parole. E con qualche silenzio interessato.