E’ arrivato il turno di piazza Carmine e, con grave ritardo, la città si appresta ad assistere alla trasformazione di un luogo anonimo, triste e con un pavimento così malmesso da sembrare un terreno di guerra in una piazza dove, secondo le intenzioni dei progettisti e del committente pubblico, sarà possibile “stare”.
Diciamolo in partenza: piazza Carmine è stato per decenni un luogo dove parcheggiare, un’area divorata e posseduta dalle auto. Per un periodo, quello pionieristico, ha assunto la funzione di campo di pallamano per le partite della domenica mattina, dove abbiamo imparato ad amare amici e atleti che cominciavano a farsi largo nella considerazione dell’Italia intera.
Ma tendenzialmente piazza Carmine, più precisamente piazza Aldo Moro, relegava i conciliaboli tra gruppi di politici locali, che lì si incontravano nei giorni prefestivi e festivi, sui bordi e nelle retrovie, sul crinale che divideva la piazza dalla careggiata.
Diciamolo: era una piazza respingente nonostante gli sforzi di qualcuno di continuare ad esserci, nonostante le sue invivibili condizioni.
Fino al nuovo progetto approvato nel 2020 dalla giunta presieduta da Pasquale Loiacono, finanziato e modificato dall’attuale governo della città presieduta dal sindaco Giuseppe Lovascio, e che in questi giorni sta facendo i primi passi scatenando polemiche, domande, preoccupazioni, soddisfazioni. Come è giusto che sia per una comunità che, chiamata a dover modificare alcuni comportamenti dopo una riqualificazione di un suo spazio comune, recalcitra e cerca di resistere.
Le domande più frequenti sono nell’ordine: dove parcheggeranno coloro che lo facevano in piazza Carmine? E’ vero che saranno abbattuti alcuni alberi posti attualmente sul perimetro? Quanti disagi provocherà la chiusura al traffico di una delle strade perimetrali della piazza (quella che congiunge l’arco di via Di Vagno a via Rosselli?
Tre domande legittime alle quali tutti hanno dato risposte diverse.
Sui parcheggi il sindaco ha detto che l’amministrazione e la Polizia Municipale stanno studiando soluzioni; sull’abbattimento degli alberi ha promesso che alcuni saranno solo spostati e reimpiantati sulla parte sinistra della piazza (guardandola arrivando dall’arco di via Di Vagno); sulla strada da inibire al traffico ha riferito che la scelta progettuale prevede, di fatto, l’allargamento dell’area fruibile dai pedoni.
Ma sono due le questioni che rappresentano la novità nel dibattito tra cittadini: la prima è legata al continuo ricorso all’utilizzo delle auto a cui nessuno sembra voler rinunciare; la seconda alla posizione dei commercianti che, contrariamente a quello che rivendicano sempre in termini di assenza di parcheggi, questa volta si dicono felici della riqualificazione dello spazio antistante la propria attività (come si può ascoltare dalla loro stessa voce nelle interviste contenute nel video), senza lamentarsi della riduzione del numero dei parcheggi. Ma è chiaro che quello dei parcheggi è un problema che riguarda anche gli abitanti e i cittadini in generale.
Al momento nemmeno questa occasione sembra poter alimentare una discussione sulle abitudini di ognuno di noi. Cos’altro deve succedere per dover decidere di cambiare passo, letteralmente, e considerare un uso delle auto più parsimonioso date le distanze di una città come la nostra che non è una metropoli ma, al contrario, è fruibile anche nei suoi servizi, in pochi minuti, senza far ricorso al proprio mezzo? Cos’altro deve succedere per mettere fine alle scene apocalittiche cui si assiste all’entrata e uscita delle scuole, a cominciare da quelle primarie, che vedono un assalto di auto parcheggiate in ogni dove per accompagnare i propri figli a scuola, potendolo tranquillamente fare a piedi? Così come, del resto, si fa in tante altre realtà.
Ci si chiede: potrebbe essere questa l’occasione per la pubblica amministrazione e, una volta per tutte, affrontare il problema dell’utilizzo delle auto e farlo con le scuole, le famiglie e gli stessi bambini?
Il cantiere è stato “inaugurato”, i lavori sono in corso e sappiamo bene che la riqualificazione di piazza Carmine sarà una delle opere pubbliche più vivisezionate da tutti. Come è giusto che sia. Bisogna fare particolare attenzione, è la preoccupazione di numerosi cittadini, al reimpianto degli alberi e questa è una priorità, chiamando prima di tutti esperti di comprovata professionalità a sovrintendere all’operazione di spostamento e reimpianto sulla stessa area.
E bisogna sfruttare l’occasione, come in pochi altri momenti se ne é riscontrata la possibilità, per parlare e incidere sull’utilizzo delle auto. Bisogna pur cominciare a guardare in faccia la realtà e dirsi che lo stile di vita di ognuno di noi deve cambiare. Senza aver paura dei cambiamenti.
Le trasformazioni urbane, come quella di piazza Carmine che sarà trasformata da anonimo parcheggio a piazza vera dove “stare”, offrono occasioni irripetibili. Ci vuole coraggio e lungimiranza…e un pizzico di cessione di personali egoismi.
Ottimo articolo, concordo
Oggi è una piazza simmetrica col progetto da attuare diventerà monca. Pe quanto riguarda il trepianto dei lecci posso fare una scommessa per il loro macrabo destino.