C’è solo facebook che consente di capire e leggere le posizioni di singoli cittadini sulla legge elettorale proposta da Renzi e condivisa da Berlusconi. A noi interessa l’opinione dei cittadini conversanesi in passato sempre molto attenti e pronti a discutere. Ma la discussione politica, in città, non è più una priorità. Si preferisce il web che, è noto, non consente a tutti di intervenire ma solo a qualcuno. Ma per fortuna che c’è.
La proposta di legge elettorale proposta da Renzi contiene, a mio avviso, alcuni elementi importanti: l’eliminazione del Senato come camera dove si legifera e la dimensione dei collegi. Sull’eliminazione del Senato penso non ci sia nulla da eccepire. Si tratta di un luogo dove vengono replicate le procedure della Camera dei Deputati con un dispendio di energie e risorse assolutamente ingiustificato. E al Senato si eleggono gli ultraquarantenni, coloro che avrebbero raggiunto la maturità in una sorta di paragone con i “senatori” dell’antica Roma che vide anche il cavallo di Caligola diventare senatore. Una concezione anacronistica che non ha più motivo di essere e che può rappresentare un punto fermo della riforma bisognosa come non mai di proposte oltre che concrete anche fattibili.
Un’altra piacevole, a mio avviso, novità è rappresentata dalla dimensione dei collegi in cui il cittadino è chiamato ad esprimere il proprio voto. Renzi ha parlato di collegi di 500.000 abitanti con liste bloccate e scelte dai partiti. L’elemento positivo è rappresentato dalla dimensione limitata che consentirebbe agli eletti o meglio ancora “nominati” di seguire da molto vicino le esigenze territoriali e dei cittadini. Non è una novità la distanza sempre più profonda, simile ad un solco, che si è creata tra nominato e cittadino facendo perdere al primo la consapevolezza di lavorare per conto del secondo e non per conto proprio. Il però, in questo caso, è grande quanto una casa. Perché prevedere liste bloccate e decise dalle segreterie del partito e non dare all’elettore la possibilità di scrivere il nome del proprio preferito?
Probabilmente questo passaggio, il più contestato e quello che fa apparire Renzi come colui che ha predicato bene sulle preferenze ma sta razzolando male, è il frutto della mediazione con Berlusconi. Una mediazione che Renzi ha voluto avvenisse alla luce del sole ma che non è per questo meno devastante per il risultato che ha prodotto. Infatti non discuto più di tanto sull’incontro tra Renzi e Berlusconi, nessuno dimentichi che ce n’era già stato uno ad Arcore, ma sul risultato di quell’incontro c’è tanto da discutere e da dissentire. Si può sacrificare sull’altare delle liste bloccate di nominati l’indignazione degli italiani che per anni hanno ripetuto di voler scegliere di proprio pugno i rappresentanti al Parlamento?
Forse Renzi è preso dall’ansia da prestazione ed è disponibile a calpestare completamente anni ed anni di battaglie e referendum con cittadini non solo indignati ma anche pronti a non votare.
Essendo arrivati ad una proposta organica di riforme, quella elettorale e quella costituzionale con la revisione del Titolo V della Costituzione, sarebbe delittuoso non comprendere una modifica alla proposta. Da fare in Parlamento non per il dispetto di franchi tiratori bensì con l’arte del confronto.
Quel confronto che nella nostra città, a Conversano, non è nemmeno cominciato e che vede i partiti di sinistra destra centro e M5S assolutamente silenti e defilati. Una città si evolve quando discute, dice la propria e si scazza. Ma in questo momento la nostra Conversano è impegnata in altro e non capisco cosa. La classe dirigente che governa il paese si è riaddormentata, l’alternativa di centrosinistra non appare tranne che per qualche esponente che da solo cerca di porre all’attenzione alcuni problemi e il M5S è impegnato sul web.
Dio solo sa quanto sarebbe importante avviare un ragionamento e una discussione. Pensavo di trovare frotte di cittadini pronti a discutere di legge elettorale e riforme. Mi sono accorto che le promesse di qualche mese fa fatte da nuovi e vecchi arnesi della politica e delle anticamere della politica sono già carta straccia. “Pensavo fosse amore, invece era un calesse”.
