Sono giorni movimentati quelli che stanno animando il dibattito sulle bande, sul loro futuro. Soprattutto su quello della banda che porta il nome del maestro Giuseppe Piantoni. Da tre anni Antonio Lorusso, giornalista professionista e volto noto di Telenorba, riveste la carica di presidente dell’associazione intitolata a colui che ha reso famosa Conversano e la sua cultura bandistica nel secolo scorso, le cui spoglie riposano nel nostro cimitero dal 1950.
La notizia del trasferimento dell’organizzazione della banda “Giuseppe Piantoni” a Gioia del Colle, pubblicata da Oggiconversano.it, ha animato un mondo, quello bandistico nostrano, sempre molto attento e passionale perché la musica bandistica è passione, rivalità, a volte anche tifoseria. All’impresario Enzo Blaco che aveva affermato di non aver ricevuto dall’ambiente conversanese, facendo riferimento anche alla stessa associazione Piantoni, “nessun appoggio, né morale né materiale“, Antonio Lorusso non intende rispondere sottolineando, però, che c’è bisogno di conoscere bene la storia delle bande di Conversano. “Tra l’associazione Piantoni e l’organizzatore della banda che porta il suo nome esiste una convenzione da anni, con scadenza annuale, che assegna il patronimico ma non obbliga l’associazione a nessun altro impegno. L’associazione ha altre finalità come quella della ricerca, della cura degli archivi, della catalogazione e digitalizzazione di un materiale che possiede ed è di un valore inestimabile, come ha certificato la stessa sovrintendenza archivistica. Il nostro obiettivo è lavorare alla creazione in città di un museo sulle bande che possa rientrare nel sistema di museo diffuso già esistente“.
Una precisazione non di poco conto che chiarisce obiettivi e finalità dell’organizzazione associativa, entità diversa da quella che cura la formazione e la vita della banda dell’impresario di San Donaci Enzo Blaco ed è diretta dalla prof.ssa Susanna Pescetti.
“Stiamo lavorando per sostenere le bande e il mondo che le circonda – continua il presidente Lorusso – Questo per Conversano è il momento propizio di ragionare su una soluzione che assegni ad ognuno un compito. Alla nostra associazione quello di continuare con la ricerca, raccolta e archiviazione del materiale che già abbiamo, ad altri quello di organizzare una banda con tutta la sua complessità. Non si tratta di fare alcuna fusione tra due bande in quanto noi siamo titolari della possibile assegnazione del patronimico di Giuseppe Piantoni, non siamo titolari di alcuna banda o organizzazione bandistica. E’ maturo il tempo di ragionare insieme per una soluzione che possa far emergere tutte le potenzialità che circondano questo meraviglioso mondo identitario per la nostra città”
Come si suol dire, in questi giorni le diplomazie sono al lavoro. Il sindaco ha convocato l’associazione Piantoni, la Ligonzo e anche l’impresario Blaco che non ha ritenuto di partecipare. Le premesse per una soluzione organizzativa diversa ci sono tutte. Non è impossibile ipotizzare che a Conversano ci possa essere una sola banda con entrambi i nomi Piantoni-Ligonzo. Ed un’associazione, la G. Piantoni, che possa dedicarsi esclusivamente all’impalcatura culturale e di ricerca per la creazione, tra l’altro, di una scuola di musica oltre che del museo dedicato alle bande. E’ qualcosa in più di una suggestione.
Ma Antonio Lorusso, sempre molto accorto nel rispettare decisioni democratiche e condivise, deve passare dall’assemblea della sua associazione. Sarà quello il momento della decisione e della svolta auspicata. E spetterà a tutti, associazione Piantoni, associazione Ligonzo e amministrazione comunale fare il proprio dovere. La stagione 2026 potrebbe riservare sorprese veramente interessanti per il mondo bandistico e per la città.