Negli ultimi sei anni sono stati pubblicati in Italia più libri che negli ultimi tre secoli, mentre il numero di lettori non aumenta (Paolo Di Paolo)

Mi sono imbattuto recentemente in un articolo sullo stato dell’editoria italiana dello scrittore Paolo Di Paolo, che a un certo punto sintetizza la situazione attuale con la suddetta considerazione. 

Di tale frase vorrei fare una mia personale rielaborazione dicendo che oggi, riguardo a quanto si pubblica, ci troviamo tra la disperazione della quantità e la dispersione della qualità.

Ormai chiunque può pubblicare un libro con una spesa molto abbordabile. Esiste addirittura la possibilità di commissionarlo online, fornendo scritto e copertina. A quel punto il libro viene preparato, anche senza alcun controllo sul contenuto, al di là dei correttori ortografici automatici. La spesa diventa nulla nel senso che vengono stampate copie solo su ordine dei singoli acquirenti. Il tipografo virtuale e l’autore guadagnano sulle percentuali loro previste sul prezzo di vendita. In teoria potrebbe al limite non vendersi nessuna copia. In realtà il guadagno è garantito dai grandi numeri di committenti che i siti specializzati hanno a disposizione.

Queste possibilità hanno permesso molto più che in passato a tante persone di riuscire ad arrivare alla pubblicazione di un loro scritto a prescindere dalla qualità dello stesso. In taluni casi queste stesse persone si autoinvestono del titolo di scrittore, poeta, saggista, o che dir si voglia, elevando il proprio status sociale.

Ovviamente ci sono anche tante altre situazioni intermedie, fino a giungere alle case editrici tradizionali, piccole o grandi che siano, che seguono strade classiche, anche se con diversi livelli di serietà, a seconda dei casi.

In questa giungla diventa quindi davvero difficile riuscire a individuare opere significative, soprattutto di autori nuovi. La qualità può diventare un ago disperso nel pagliaio.

Per fortuna, a non voler fornire un quadro sconsolato della situazione – che ho voluto descrivere da non addetto ai lavori, e quindi rischiando qualche generalizzazione – esistono ancora delle zone di esistenza e di resistenza della qualità. Mi piace qui menzionare le librerie indipendenti e associazioni culturali, nonché gruppi di lettura ove incontrare persone appassionate e competenti, che sono davvero capaci di discernere e di separare il grano dall’oglio. E Conversano per fortuna ha una significativa presenza di queste realtà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *