di Nico Lomonte
Mi è semplicemente capitato di prendere un vinile e metterlo sul piatto e cominciare a riascoltarlo, forse la scelta, apparentemente causale nascondeva altro…
“Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti”: e’ la potente conclusione della Canzone del maggio” di Fabrizio De Andrè (album – Storia di un impiegato).
Parallelismo e analogia con ciò che sta accadendo e le manifestazioni di questi giorni è straordinariamente forte: rende il testo di una attualità imbarazzante.
Il messaggio cardine della Canzone è la complicità per omissione.
L’indifferenza, il voltare le spalle o il credere nelle narrazioni ufficiali, non è neutralità, ma una forma di coinvolgimento attivo nell’ingiustizia.
“Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio” “ se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento” …” se avete preso per buone le verità della televisione”:
Il movimento pro Palestina, pro Gaza, a difesa della Flotilla procede facendo “a meno” delle gran parte delle istituzioni internazionali che, per calcolo politico, non si schierano per fermare le ostilità e lo sterminio scientifico di un popolo.
In tanti accusiamo i media e un’opinione pubblica distratta di “chinare il mento”, non voler guardare le immagini di bambini trucidati, ospedali distrutti e famiglie sfollate.
“Guardare” significa informarsi, indignarsi e agire, mettere in discussione la narrazione ufficiale dei media allineati che veicolano una verità parziale.
“Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” il ritornello centrale: è il grido di tutte le proteste.
E’ rivolto contro i governi occidentali che fornendo armi e supporto politico sono “coinvolti”.
E’ rivolto ai cittadini comuni che, non prendendo posizione e accettando la linea del governo, si credono “assolti” ma invece condividono (in democrazia) una responsabilità morale.
“E se credete ora che tutto sia come prima, perchè avete votato ancora la sicurezza la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare…” Tanti hanno votato per politiche securitarie e autoritarie che sempre più reprimono le libertà, che permettono a molti governi occidentali di giustificare il loro supporto con la narrazione della “sicurezza” e della “lotta al terrorismo”.
Una atroce scusa per giustificare l’occupazione e la violenza che continua a perpetrarsi.
Insomma… come la musica e le parole di un poeta trascendono il tempo e diventano un manuale di coscienza civile….
Nico Lomonte