Un rito di rinascita tra musica, poesia e memoria, quando il sole sorge, accarezzato dal mare, cercando con il primo calore l’Isolotto dell’Eremita, quinta naturale alla bellezza di cui ognuno è parte.
C’è un momento, fragile e potentissimo, in cui la notte si arrende alla luce. È l’alba: non solo un passaggio astronomico, ma un varco interiore, un rito antico che parla di speranza, di rinascita e di possibilità. A Polignano a Mare, in uno dei luoghi più poetici della Puglia, questo momento si fa spettacolo, meditazione collettiva ed esperienza artistica: il “Concerto dell’Alba“, giunto quest’anno alla sua ottava edizione, in programma il “30 agosto alle ore 5.00” presso il **Giardino lato mare del Museo Pino Pascali**.
Questo concerto, intitolato “InCanti diVersi”, non è una semplice rassegna musicale, ma un intreccio di linguaggi – musica, poesia, testimonianze – che accompagnano il pubblico in un percorso che va dal buio della notte alla luce del giorno. Un cammino fisico e spirituale, che trova nel sorgere del sole accanto all’Isolotto dell’Eremita la sua scenografia naturale più autentica.
Il luogo: un teatro sospeso tra cielo e mare
Il Giardino del Museo Fondazione Pino Pascali, affacciato a picco sul mare e circondato dal silenzio delle prime ore, diventa un palcoscenico irripetibile. Alle spalle, l’architettura del museo custodisce l’eredità di un grande artista pugliese nel mondo, capace, pur nella sua breve vita, di segnare nuove strade espressive; di fronte, l’orizzonte aperto e la linea del sole che lentamente si accende, tingendo di rosa e oro lo scoglio dell’Eremita, piccolo guardiano solitario al centro del mare.
Non servono scenografie artificiali, né luci ad effetto: è la natura stessa a comporre la scena. Il suono delle onde si mescola alle note degli strumenti, e lo spettatore diventa parte integrante di un rito che coinvolge i sensi e l’anima.
I protagonisti: voci e strumenti che raccontano
L’edizione 2025 porta a Polignano un ensemble di artisti straordinari, ognuno con una storia che intreccia talento, esperienze internazionali e radici umane profonde.
Paola Folli, voce intensa e versatile, è da anni una delle interpreti più amate della scena italiana, oltre ogni moda, coerente nella ricerca di un suono che esalti gioia e presenza nella vita. Ha collaborato con icone come Mina, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Elio e le Storie Tese, portando la sua vocalità in territori sempre diversi, dalla musica leggera al jazz. La sua presenza garantisce un impatto emotivo unico: una voce che sa essere carezza e urlo, preghiera e festa.
Accanto a lei, la chitarra di Nando Di Modugno, musicista capace di far vibrare ogni corda con eleganza e profondità. Ha collaborato con giganti come Morricone, Piovani, Bollani, diventando ambasciatore di un linguaggio che unisce tradizione classica e improvvisazione jazz.
Il contrabbasso di “Giuseppe Bassi”, tra i nomi più apprezzati del jazz italiano, porta con sé il respiro di tournée mondiali e progetti di dialogo tra culture.
Al suo fianco, la batteria di “Mimmo Campanale”, motore ritmico di tante produzioni italiane e internazionali, capace di unire energia e raffinatezza.
Il sax di “Claudio “Wally” Allifranchini”, anima che ha raccolto il senso profondo, del Concerto, riunendo artisti, ma ancor prima sensibilità umane capace di vivere l’armonia prima ancora che di esibirsi, racconta una carriera che lo ha visto passare da Ray Charles a Mina, da Battiato a Rava, con una naturalezza che è dono raro. La sua voce strumentale saprà colorare l’alba di toni ora intimi, ora travolgenti.
Dal nord Europa arriva il pianoforte poetico di “Daniel Karlsson”, vincitore di un Grammy svedese, protagonista della scena jazz scandinava: le sue note portano con sé paesaggi interiori e delicate atmosfere che si intrecceranno con la luce mediterranea.
Infine, la tromba di “Alberto Di Leone”, giovane talento pugliese già apprezzato nei festival internazionali, che con la sua freschezza aggiungerà vitalità e slancio.
Insieme, questi artisti compongono un mosaico sonoro che abbraccia generazioni, culture e linguaggi, ma trova unità nell’alba come simbolo universale.
Il senso: un’alba che diventa abbraccio e rinascita
Questo concerto porta con sé anche una dimensione di “memoria, testimonianza e futuro”.
Ad aprire questo incontro-concerto sarà Don Gaetano Luca Amore, parroco della Chiesa Matrice, con una riflessione intensa e universale, rivolta a ogni sensibilità, senza barriere: parole che accompagneranno lo spettatore in un viaggio interiore, ricordando che la luce dell’alba non è la vittoria sul buio, ma il segno che c’è sempre un’altra possibilità, un altro cammino da intraprendere. Testimone di luce di questa edizione sarà Raffaele Diomede, scrittore ed educatore da sempre accanto ai giovani, ha tolto alla criminalità organizzata decine di loro, e agli ultimi, i più fragili a cui non ha mai fatti mancare un aiuto, che condividerà storie di rinascita e resistenza, tratte anche dal suo recente libro “Carne amara” edito da Florestana Editore. Un’esperienza che ha incrociato la vicenda di Davide Gaetano D’Accolti, nel cui ricordo l’Associazione Musicad’Incanto, organizza questo singolare concerto dell’alba. Con il Patrocinio del Comune di Polignano a Mare, la collaborazione della Chiesa Matrice di Polignano a Mare e della Fondazione Museo Pino Pascali.
Altra preziosa testimonianza sarà quella di Giuseppe Teofilo, artista e direttore del Museo Pino Pascali: attraverso la bellezza e la creatività, mostrerà come ogni persona, anche chi vive esperienze di carcere o di marginalità, possa riscoprire il proprio potenziale e riconoscere in sé una bellezza interiore che va oltre l’errore commesso. La sua presenza testimonia come l’arte non sia solo contemplazione, ma strumento di autocoscienza, rinascita e possibilità concreta di trasformazione.
Il ricordo di ogni “Davide” che ognuno porta nel proprio cuore, non è un atto commemorativo, ma la radice profonda di questo evento: un modo per dire che l’arte e la musica possono continuare a far vivere ciò che abbiamo amato, trasformando la perdita in energia vitale, il dolore in possibilità di bellezza condivisa, quella bellezza che sempre, crediamo, sia presente anche nelle esperienze di buio e che ha bisogno solo del sorriso buono per essere nuova alba, per ognuno di noi..
Le fasi di un rito sonoro: dal silenzio alla luce
Il “Concerto dell’Alba” non si apre con fragori, ma con il respiro del silenzio. L’arrivo del pubblico, ancora immerso nel buio, è accompagnato da parole poetiche e riflessioni che invitano ad abbandonare le distrazioni quotidiane e ad accogliere il momento presente.
Poi la musica prende forma: dapprima intima, raccolta, quasi sussurrata, come il chiarore che filtra dall’orizzonte. Le note diventano più intense via via che la luce cresce, fino a esplodere in un dialogo festoso quando il sole appare in tutta la sua pienezza. È un crescendo simbolico e sonoro che riflette il passaggio dalla notte al giorno, dalle ombre alle possibilità.
Oltre il concerto: l’esperienza di InCanti diVersi
“InCanti diVersi” non è soltanto un titolo, ma una dichiarazione di intenti: dare voce a una pluralità di linguaggi, dove la musica incontra la poesia, la testimonianza personale si fa arte, e il pubblico diventa parte attiva dell’esperienza.
Non ci sono platee distanti o palchi inaccessibili: lo spazio è condiviso, le sedie ad accesso libero, l’atmosfera è quella di una comunità che si ritrova. Ogni anno, chi partecipa racconta di aver vissuto non solo un concerto, ma un’esperienza trasformativa, in cui le parole, i suoni e il sorgere del sole hanno aperto uno spiraglio nuovo nella percezione della vita.
Un dono alla comunità
L’evento è gratuito e aperto a tutti: un segno concreto della volontà di offrire arte e bellezza come bene comune, accessibile e inclusivo. In un tempo in cui spesso la cultura è vissuta come consumo o spettacolo da acquistare, ricerca del “mozzafiato” e non del respiro comune, il Concerto dell’Alba restituisce al pubblico il valore originario dell’arte: quello di essere esperienza collettiva, occasione di incontro, sorgente di senso.
Conclusione: l’alba come promessa
Quando il sole avrà superato la linea dell’orizzonte e le ultime note si saranno spente, resterà negli occhi e nei cuori del pubblico la consapevolezza di aver vissuto un passaggio speciale: non solo l’inizio di un giorno, ma la promessa che, nonostante tutto, la luce torna sempre, e non perché ha vinto il buio, ma emergendo da ciò che ci appare nero, frattura, perché malgrado tutto nel buio c’è già la promessa di una felicità, fertile.
Così Polignano, con il suo mare e la sua poesia, diventa il luogo in cui arte, memoria e comunità si incontrano per celebrare insieme la bellezza fragile e potente della vita che rinasce.
Le fasi dal buio alla luce
Il concerto inizia alle 5:03, nel silenzio del crepuscolo astronomico, quando le stelle più luminose ancora punteggiano il cielo e l’orizzonte marino si distingue appena. È un momento sospeso, in cui ognuno può ritrovare la propria rotta interiore, tracciando il cammino della propria vita.
Man mano che il cielo si schiarisce, ci accompagna il crepuscolo civile, alle 6:18, quando le stelle più deboli si nascondono e la vita, invisibile ai sensi ordinari, si muove silenziosa attorno a noi: un invito a osservare, a cogliere i segni nascosti e a riconoscere la forza che ci circonda.
Alle 6:49, l’alba si apre con una lama di luce che accarezza il mare e protegge lo Scoglio dell’Eremita. Il respiro si ferma, lo sguardo si apre: il sole non è solo luce, ma promessa di un nuovo giorno, di possibilità rinnovate. E mentre la musica ci accompagna, scopriamo che il vero incanto non è nella luce che nasce, ma negli occhi di chi ci sta accanto, nelle lacrime condivise e nei sorrisi che abbracciano, nella bellezza delle persone più che nello spettacolo stesso.
Il video associato, racconta il Concerto dell’Alba del 2024, ma rappresenta l’atmosfera di tutte le precedenti edizioni dove artisti e pubblico condividono musica, emozioni e umanità in un unico respiro.

Grazie di esserci sempre vicini. È come se…siamo cresciuti insieme… Alla fine abbiamo sempre la sensazione di dover correre, ma casa è casa. E casa è dove ricevi un abbraccio, sempre.