E’ morto Ninnì Cavallo, ex Sindaco di Conversano e riferimento della sinistra in città. Camera ardente in Municipio

Difficile scrivere di Ninnì (Francesco Livio Cavallo) dopo aver appreso della sua morte nelle prime ore di questo pomeriggio ferragostano. “Ciao Ninnì, un saluto caro e ti aspettiamo” gli avevo scritto il 12 luglio scorso in un messaggio che aveva letto. E questo per me era già sufficiente perché, come tanti altri, avevo bisogno di fargli sapere che lo aspettavamo da qualche mese e che avremmo voluto nuovamente accogliere la sua presenza e i suoi pensieri lunghi. Perché sempre di questo si è trattato: è stato un uomo dai pensieri lunghi, approfonditi e mai banali. E, soprattutto un uomo con una cultura al di sopra della media e che lo portava ad essere scevro da ogni pregiudizio. E’ stato un uomo di parte, convintamente di sinistra, ma allo stesso tempo pronto al dialogo e al confronto.

Era la consapevolezza delle sue idee la forza stessa che lo portava a non confliggere con chi quelle idee le avversava. La sua casa laica è stato il PCI (Partito Comunista Italiano) di cui è stato dirigente e in nome del quale ha ricoperto, giovanissimo, la carica di assessore alla Cultura tra il 1975 e 1980, con i sindaci Lorusso e Macchia. E in nome del quale è stato sindaco della città dal 1988 al 1990, guidando una giunta formata da PCI e DC, in una sorta di compromesso storico che fece parlare la Puglia intera.

La sua figura di intellettuale che frequentava con grande determinazione le sedi di partito, a strettissimo contatto giornaliero con i lavoratori che quelle sedi le presidiavano andandone orgogliosi, ne hanno fatto nel tempo un grande riferimento politico e culturale per il mondo della sinistra, anche al di fuori del Partito Comunista italiano. Della quale formazione aveva seguito gli sviluppi, passando dal PDS e dai DS, il suo ultimo vero impegno pubblico durante il quale ho avuto modo di apprezzare la sua visione della città e del mondo. Perché l’essenza del suo “pensiero lungo” era quello di saper legare le vicende locali agganciandole a ciò che locale non era.
Ninnì leggeva quotidiani e libri con una curiosità che determinava, a volte, meraviglia. Ma ciò che più mi e ci colpiva era la capacità di parlarci di pensieri esplicitati in alcuni articoli di giornale (eppure leggevamo gli stessi quotidiani) che noi non coglievamo. Leggevamo gli stessi giornali e saltavamo, colpevolmente, articoli in cui lui coglieva invece spunti determinanti. E ogni volta che succedeva, celandogli la nostra lacuna, correvamo a rileggere ciò che non avevamo colto. In un esercizio che si ripeteva di volta in volta.

Lo chiamavamo “professore” perché lo è stato per anni, insegnando lettere nell’attuale Liceo San Benedetto, prima di diventare dirigente scolastico al II circolo di via Firenze. Dove ha concluso la sua carriera di educatore.

E’ stato un intellettuale così come lo si era negli anni ’70 e ’80, un intellettuale militante. Amico degli operai e dei lavoratori del suo partito e non solo. Ed è stato anche protagonista, con un gruppo di amici, di un’esperienza musicale dal vivo nel ruolo di voce solista. Una poliedricità culturale espressa pur in un contesto di estrema riservatezza. Perché Ninnì era rigoroso e discreto, senza mai amare l’eccessiva visibilità.

Ci lascia, in questo agosto difficile per la nostra città, una figura piena di conoscenza e saperi, di discrezione e passione, di contenuti e suggerimenti mai dati ma insiti nelle sue parole. Ci lascia un amico, un compagno, una persona con la quale era così bello parlarci.

Giunga a suo figlio Luigi e Daniela il pensiero dell’intera redazione di Oggiconversano.it. E di tutto il mondo che ha visto Ninnì Cavallo, “il professore”, come figura sempre pronta a combattere per le disuguaglianze nella nostra città e nel mondo. Con pensieri lunghi.

La Camera ardente sarà aperta dalle 12.00 del 16 agosto in Sala Giunta del Municipio di Conversano.
I funerali si svolgeranno domenica 17 agosto alle 10.00 nella Basilica Cattedrale.

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