Non conosco, per un mio evidente limite, quale possa essere la connessione “matematica” del risultato del referendum su lavoro e cittadinanza, con i fatti politici presenti e futuri. Ciò che so, invece, è che il quorum per i referendum non è stato raggiunto e questo è un dato incontrovertibile. E che, comunque, 15milioni di italiani si sono espressi sui temi proposti dal referendum.
Non sono pochi, ma non sono tutti gli italiani. Il voto referendario che conteneva temi fondamentali per la vita e la quotidianità di ognuno di noi, ha risentito anche questa volta di una disaffezione al voto che si è manifestata come e molto di più di quando ci si reca (meglio dire “ci si reca in pochi”) alle urne per le elezioni politiche o regionali.
Le valutazioni da fare sono due: la prima riguarda l’estrema necessità di formulare una grande proposta e riforma sul lavoro che possa partire dall’ascolto dei territori, degli operai, delle nuove professioni che riguardano anche il cosiddetto “ceto medio”. Questo dovrebbe essere il compito del centrosinistra e anche dei sindacati. La seconda valutazione da fare, fermo restando il principio dell’accoglienza e dell’inclusione degli immigrati che è sacrosanto e tale deve rimanere, è tener conto del risultato del referendum sulla cittadinanza. Un referendum che ha mostrato il risultato ad un centrosinistra per niente unito nel dire che bisogna dimezzare i tempi per concedere la cittadinanza agli immigrati regolari che lavorano nelle nostre città, nei nostri paesi. A questo proposito è utile consultare il report dell’istituto Cattaneo che ha analizzato il voto referendario (https://www.cattaneo.org/wp-content/uploads/2025/06/2025-06-09_Referendum.pdf).
A Conversano hanno votato 7046 tra cittadine e cittadini, pari al 33,44% degli aventi diritto. La nostra città è andata oltre la media regionale e nazionale e non è un dato insignificante, nonostante l’immobilismo dell’amministrazione comunale che non ha partecipato nemmeno per scherzo al dibattito sui referendum, e al voto stesso.
Nel voto referendario locale ci sono segnali che riguardano ipoteticamente nuovi equilibri politici a Conversano? Non penso che ve ne siano ma è innegabile che la campagna elettorale referendaria è stata condotta da movimenti politici e partiti del centrosinistra, oltre che dalla CGIL e dall’Anpi.
E soprattutto abbiamo visto lavorare insieme persone e partiti che non lo facevano da tempo, con banchetti, comizi, campagna elettorale ai mercati, grande attivazione sui social. A tutti loro è richiesto l’impegno di non smettere se realmente hanno intenzione di dare alla città una proposta alternativa basata sulla verità dei fatti da raccontare ai cittadini, su pochi punti programmatici da condividere, sulla scelta di una candidata/o sindaca/o capace di tenere unita una coalizione chiara e coerente nella sua composizione politica.
Si vota tra qualche mese ed è tempo delle scelte.