Il 6 agosto presentano nel loro laboratorio rurale Rouge illogic, un festival con tante sorprese
Abbiamo voluto chiedere alle due protagoniste il loro percorso e i loro obiettivi.
Teatro e moda. Due mondi che sembrano e sono lontani. Come fate a conciliare questi due mondi e proporli al pubblico?
Se si intende moda espressione tradotta in abito da indossare durante il periodo in cui vige la tendenza e il teatro come copione da imparare e appiccicare su un attore, certo che sono mondi lontani. Ma, se immagiamo un attore che sente le proprie battute e il suo stare in scena anche grazie ad un abito, pensato e creato anche solo per una camminata, moda e teatro si sposano perfettamente. Se poi, dice Marcella, questo concetto diventasse anche un must per chiunque sarebbe perfetto.

La vostra associazione si chiama L’Occhio rosso. Siete le uniche persone che non stanno partecipando alla caccia ai pokemon? E cos’è l’Occhio Rosso?
In questi giorni di preparazione e delirio crediamo di aver incontrato i Pokemon, ma forse era solo stanchezza. L’Occhio Rosso è un contenitore d’arte in tutte le sue espressioni. Marcella ha scelto il nome e ci è sembrato perfetto, perché l’Occhio Rosso lo immaginiamo come un obiettivo che guarda, osserva.
Provate, create e proponete in un casolare di campagna. Cosa vi ha spinte a questa scelta?
Abbiamo ricercato il silenzio per riempirlo di nostri rumori. Il casolare di campagna ci è sembrato il posto giusto. Poi si può viverlo come un focolare. Basti pensare che tutte le volte che si sta insieme scatta sempre una cena. Un modo per conoscersi meglio e imparare a convivere sulla scena.
Con i vostri lavori a quale pubblico vi rivolgete?
Ad un pubblico sensibile e curioso che ama, per tutta la durata di una nostra esibizione, vivere un’esperienza assolutamente autentica e, portare a casa punti interrogativi e bei ricordi.
Secondo voi si può vivere di cultura?
Se la cultura non è improvvisata si deve vivere di essa. La cultura senza “retroscena” crea confronto. Se poi intendi vivere di cultura come poter riuscire a sostenersi economicamente occupandosi di sola cultura ti dico che se tutti si attenessero alle regole qualcosina funzionerebbe. Ma siamo ancora troppo lontani qui.
Che rapporto volete avere con la vostra città per quanto riguarda le vostre proposte?
La città, senza voler essere presuntuosi, acquisterebbe una ventata di novità con una nostra performance. Ecco perché puntiamo adesso più sul cittadino-pubblico che sulla città.
Vi considerate autodidatte oppure avete partecipato a percorsi formativi particolari?
Io, Annaisa, ho formazione ed esperienza attoriale che nutro continuamente con l’incontro di formatori, ma l’idea di composizione è nata quando ho cominciato a realizzare che le immagini potevano diventare concrete e quindi da lì in poi il lavoro, acerbo ma sempre in crescita, di regista. Mentre io, Marcella, curo da tempo un blog di moda e la grande passione per essa mi ha spinto a volerne sapere sempre di più cimentandomi con la moda come una vera e propria opera d’arte da cullare e fare esplodere.
Due donne, il teatro, la moda, la campagna, il territorio. Qual è il vostro sogno artistico che tenete ben custodito nel cassetto?
Sogni artistici no, ma solo bellissimi obiettivi da raggiungere con il lavoro. Però un sogno c’è: che la fantasia e la stupidità non venga mai meno.
Il 6 agosto proporrete qualcosa di particolare. Volete descrivere cosa e quale obiettivo volete raggiungere?
Il 6 agosto presentiamo Rouge Illogic. Vi mostreremo come moda e teatro sono vicini. E’ un festival a tutto tondo che un giorno vorremmo espandere per il bellissimo centro storico di Conversano. Ci siamo avvalsi dell’aiuto di tanti artisti e persone che ci hanno dato una mano. La musica da ballare non mancherà. Siateci e avremo raggiunto l’obiettivo!