Incontro con Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus

paolo m.mauro ermanno g.gianluca d.

Qualche ora insieme a Mauro Ermanno Giovanardi, ex leader dei La Crus che ieri 3 agosto ha aperto la rassegna Insolisuoni a Polignano a mare

Conversano –  Se un mattino d’estate un viaggiatore, avrebbe commentato ieri un odierno Calvino se avesse incontrato, come è accaduto a me (e non proprio per caso), Mauro Ermanno Giovanardi all’aeroporto di Bari Palese, in arrivo da Milano insieme al trombettista Paolo Milanesi. Direzione: Polignano a mare.
Ex cantante della band italiana La Crus (scioltasi nel 2008), Mauro Ermanno Giovanardi (per gli amici Giò), che nel 2011 si è aggiudicato il sesto posto al Festival di Sanremo con il brano Io confesso, è stato il primo ospite ad aprire la tre giorni polignanese di Insolisuoni, una rassegna di musica d’autore alla sua undicesima edizione.
Il tratto in macchina da Bari Palese a Polignano (cui ero presente sempre per un caso non fortuito) è stato puntellato da belle e pindariche conversazioni sulla musica, sullo sport – non senza ironiche diatribe calcistiche – sull’alimentazione e sulla politica, in un’atmosfera di assoluto agio ed entusiasmo. Entrambi felicissimi nonostante la stanchezza che li vedeva reduci da un tour in Sicilia e pronti per nuove tappe, cantante e storico trombettista dei La Crus – ironicamente ed elettivamente affini – sono stati aperti, divertenti e confidenziali e, soprattutto, ansiosi di salire sul palco di Polignano per divertirsi e far divertire il pubblico. Come se avessimo già chiacchierato altre mille volte, hanno ricordato e raccontato della loro presenza in Puglia ad eventi come il Locus Festival e altri concerti a Cisternino e nel Salento, senza nascondere l’apprezzamento per la nostra regione. Alla mia domanda su quali sarebbero stati i brani in scaletta per la serata, Mauro Ermanno Giovanardi, con il suo tipico sguardo a metà strada tra l’onirico e l’acuto, è stato colto da un moto di entusiasmo e, visto che eravamo fermi ad una stazione di servizio mentre fumava una sigaretta, ha deciso che non era sufficiente elencarmeli a voce. Ha aperto il cofano dell’auto, ha preso la sua valigetta e ha estratto la scaletta, svelandomi in anteprima i pezzi. Senza esimermi dall’esprimere giudizi personali, ho scorso lo sguardo su una lista che spaziava da vecchi brani dei La Crus, tra cui la bellissima Come ogni volta, Il vino, L’uomo che non hai e Nera signora, a cover di Paolo Conte, Morricone, Celentano e De André, a finire a pezzi di Mauro Ermanno Giovanardi solista, come la poetica Desìo. Pezzi che qualche ora dopo hanno puntualmente eseguito ricevendo il deciso apprezzamento del pubblico, apprezzamento culminato nel pezzo finale in onore di Domenico Modugno.
Una  voce molto calda e profonda quella di Giovanardi, cui non mancano mimica ed espressività eccezionali. Straordinari anche Paolo Milanesi che ha incantato il pubblico con la sua tromba e Gianluca De Rubertis, di origine leccese, che li ha accompagnati con tastiera e chitarra.
Una serata molto bella, che oltre ad aver confermato la professionalità e lo stile senza etichetta di Mauro Ermanno Giovanardi e dei musicisti che lo accompagnavano, ha rivelato personalità generose e piacevolmente inclini al contatto con la gente. E l’affettuoso saluto di Giò, dopo il concerto e dopo altre svariate chiacchiere, lo ha dimostrato. Speriamo che tornino presto a trovarci.

 

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