Il poeta e scrittore spagnolo Antonio Machado è vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Queste sue parole potrebbero sembrare datate. Eppure non è così. Anzi, sono più attuali che mai.
Nell’epoca quale quella attuale, che magnifica l’immagine della persona sopra ogni altra cosa, bisognerebbe ricordarci di scendere da ogni aggeggio che ci metta sopra le altre persone. E di tali aggeggi oggi ve ne sono tantissimi. E non soltanto reali, ma soprattutto virtuali. Se pensiamo agli influencer, a mo’ di esempio, vediamo come il piedistallo su cui pensano di essere saliti è basato dallo stuolo di centinaia di migliaia, se non milioni, di persone che lo/la seguono, prevalentemente sui canali social.
E questo porta chi è beneficiario di tali attenzioni di ritenersi un elevato. Ma il rischio di farsi male cadendo – e il mito di Icaro non smette mai di ricordarcelo – è notoriamente direttamente proporzionale all’altezza dalla quale si precipita.
In secondo luogo, ammonisce Machado, non dobbiamo mai smettere di fare l’esame di coscienza sul nostro valore reale, sulla nostra statura morale.
Mi viene in mente, in chiusura, il finale di una bella canzone di Fabrizio De Andrè, “Un giudice”, ove il protagonista affermava di non conoscere la statura di Dio. Io mi chiedo se oggi l’uomo contemporaneo, che sale su mille piedistalli, virtuali e non, sia davvero in grado di conoscere la sua reale statura.