Uno dei più forti di sempre ad aver giocato nella squadra della città di Conversano. Il ricordo nelle parole di Francesco Minunni e Flavio Bientinesi
Conversano – La notizia l’ha data la società Pallamano Conversano con un comunicato: “La società gli atleti e tutto lo staff della Pallamano Conversano si associano al cordoglio per la scomparsa di Zoran Gacina, storico atleta della Pallamano Conversano nelle stagioni 1983/84, 1984/85 e successivamente anche tecnico bianco verde. Gacina è stato uno dei terzini destri più forti della SFR Yugoslava degli anni ‘70, diventando inoltre ufficialmente il miglior marcatore dei campionati di pallamano del vecchio continente nelle due stagioni vissute a Conversano: nel 1983/84 ha vinto il titolo di miglior marcatore d’Europa con una media di 13,2 gol a partita e nella stagione successiva ha brillato sempre con la maglia del Conversano con 12,7 gol a partita, confermandosi miglior realizzatore del continente. Al termine della prima stagione a Conversano fu insignito del Guerin Sportivo come miglior giocatore. Attualmente occupa il 10º posto, degno di storia e memoria, nella lista dei marcatori di tutti i tempi con 1453 reti.
Per i tifosi dello sport più popolare e praticato in città e per coloro che ci hanno giocato insieme, si è trattato di una tristissima notizia per ciò che Zoran Gacina ha rappresentato dal punto di vista sportivo e umano. “La sua voglia di riscatto per alcuni problemi che ebbe nell’allora nazionale iugoslava e la sua voglia di rimettersi in gioco lo portò a Conversano. Qui divenne immediatamente il nostro punto di riferimento – aggiunge Francesco Minunni, uno dei giocatori di Pallamano più rappresentativi degli anni ’80 – era colui che letteralmente trascinava la squadra. Dal 1983 al 1985 giocavamo con uno dei campioni slavi più affermati. Era talmente inserito in città che aveva imparato tante parole del nostro dialetto. Ricordo quando fu invitato ad una puntata della Domenica Sportiva per essere stato il giocatore di pallamano più prolifico tra tutti i campionati europei. L’ho incontrato molti anni dopo a Skopje, durante una delle trasferte della nostra squadra di cui in quel momento ero dirigente. Passammo insieme a tutti gli altri due giorni in cui ricordammo ogni momento della nostra comune esperienza. Posso affermare che è stato un grandissimo atleta e un grande uomo”.
Anche Flavio Bientinesi, allora ventenne e promessa della pallamano italiana, non ha mai dimenticato il suo fratello maggiore: “Zoran è stato un grandissimo atleta, ciò che in quegli anni raggiungemmo lo dobbiamo soprattutto a lui. Con me aveva un atteggiamento protettivo in quei campi dove si picchiava duro. Interveniva puntualmente e senza tergiversare quando si accorgeva che qualcuno approfittava della mia giovane età. C’è, però, una caratteristica che non va sottovalutata – conclude Flavio Bientinesi – ed è stata la sua capacità di inserirsi nel tessuto sociale della città. Fuori dal campo aveva amicizie diverse e la cordialità lo accompagnava sempre. Un uomo e un campione indimenticabile”.