Si intensifica il dibattito su ius scholae, ius culturae e ius soli mentre continuano a verificarsi episodi sgardevoli
Ius scholae, ius culturae, ius soli sono i nuovi argomenti utilizzati dalle opposte fazioni politiche per litigare. La destra è contraria perché “lo straniero deve dimostrare di essere italiano”. Dobbiamo ricordare ai più che la Lega per anni si è chiamata Lega Nord e faceva della secessione il suo scopo finale. A sinistra molti sono favorevoli perché dicono che gli “stranieri” fanno dei lavori che noi italiani non vogliamo più fare. Questa risposta, se vogliamo, è anche più razzista delle risposte del polo conservatore.
Nella trilogia di libri con protagonista Fabio Montale (Casino totale, Chiurmo e Solea) scritto da Jean Claude Izzo, scrittore francese ma con chiare origini italiane (quando dici l’integrazione), viene affrontato il tema della mancata integrazione dei figli dei nordafricani in Francia. frutto della pseudo-alleanza tra destra radicale e fondamentalismo islamico. I libri sono stati scritti negli anni ’90 e Izzo è prematuramente scomparso nel 2000. Sono terribilmente profetici per i francesi, vedi strage del Bataclan. Noi italiani vogliamo ripetere gli stessi errori? O forse li abbiamo già commessi?
Un episodio successo a Conversano nei giorni scorsi ha visto protagonista una giovane sportiva e un ragazzo. La ragazza in questione è di colore e nelle settimane scorse è stata apostrofata da un suo coetaneo con l’epiteto “scimmia“. Pare che il ragazzo in seguito si sia giustificato dicendo che era poco sobrio. Ma il problema non è l’essere sobri o meno. Il problema è che i ragazzi hanno assorbito gli slogan che si ascoltano frequentemente negli stadi o, per esempio, nelle discussioni da bar.
E’ il momento di risposte chiare ed essenziali. Vogliamo continuare con l’equivoco oppure è giunto il momento di smetterla con differenze che sono solo frutto della chiusura mentale di chi teme sempre di affrontare nuove culture e nuove sfide?