Se il sassolino cade proprio a Capodanno, non si può non citare questa frase, tratta dalla piece teatrale “Finale di partita” di Samuel Beckett. Stiamo parlando del teatro dell’assurdo, e il riferimento alla vita è molto evidente. E in fondo non è la vita stessa una meravigliosa assurdità che contempliamo ogni giorno?
Quindi, pur sapendo fin dall’inizio che vi è una fine, non possiamo che continuare ad andare avanti nel viaggio dell’esistenza.
Ma la notte di san Silvestro, aspettando lo scoccare dell’ora zero, è inevitabile assumere lo sguardo del camaleonte, con i suoi due occhi indipendenti. In questo caso, l’uno rivolto al passato e l’altro slanciato verso il futuro.
E se il passato è occupato dalla morsa pandemica, con la sua violenta quarta ondata che occupa in modo ingombrante il presente, il futuro è carico di speranza, questa volta rivolta al ritorno verso le cose ordinarie, che ci mancano o che facciamo con difficoltà e con un carico di ansia.
Pertanto, senza farla troppo lunga, questa volta mi congedo trasformando il classico “Anno nuovo, vita nuova” nell’auspicante “Anno nuovo, vita normale”.
BUON 2022!