La sinistra è litigiosa, la sinistra è senza anima, la sinistra è un sogno infranto o ha smarrito la sua bussola e nascosto le sue proposte. La sinistra non ama più il conflitto, si accontenta dell’ammiccamento con qualsiasi potere sia esso politico, sia esso economico. Meglio essere amico dell’imprenditore più in vista che parlare di lavoro e di lavoratori. Meglio non reagire a chi parla di “sinistra dello spritz” e interloquire, invece, con chi quello spritz lo usa per pasteggiare. Una sinistra addormentata su guanciali spinosi che fanno sanguinare volti e storia, in un tutt’uno.
Non è forse anche questa la situazione di un’area culturale vasta che a Conversano è sempre stata maggioritaria e poche volte capace di capire che la città merita un impegno e una sintesi migliore di quella offerta negli ultimi anni?
In questi giorni sono tanti i motivi per stimolare un dibattito serio, un approfondimento e uno studio su temi che hanno bisogno di una visione ampia e di prese di posizione chiare e nette sulle quali costruire il proprio futuro: il primo tema è la candidatura di Conversano quale capitale della cultura 2024, il secondo una discussione sulle risorse economiche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che cambierà il volto delle nostre città e il ruolo di Conversano all’interno della Città Metropolitana.
Il silenzio assordante di tutta la sinistra nostrana, tranne qualche iniziativa, sulla candidatura proposta dall’amministrazione a capitale della cultura 2024 è il segnale plastico della mancanza di elaborazione di idee e politica. Una mancanza di visione, del sogno e dell’utopia che hanno sempre segnato questo mondo, che è anche il mio mondo. Su Conversano città della cultura si sono aperte praterie di discussione e possibili visioni alternative e l’amministrazione comunale ha deciso di cimentarsi in un campo nel quale non aveva mai osato avvicinarsi prima d’ora: la programmazione culturale che vada aldilà degli eventi e che guardi al futuro con occhi vigile oltre il rapporto con le singole associazioni. Una novità che almeno una parte consistente della sinistra nostrana non ha colto non intervenendo nel dibattito, non proponendo alcuna idea e lasciando al “tempo che scorre” e al destino il suo futuro. E non stimolando nemmeno l’intero Consiglio Comunale, grande assente in questo dibattito, ad occuparsi dell’argomento.
Sulle risorse del PNRR è calato il silenzio assoluto. La sinistra è al governo della Regione Puglia e il Partito Democratico, in particolare, governa l’assessorato ai Trasporti deputato alla programmazione e al reperimento delle risorse per la risoluzione dei problemi di trasporto pubblico locale nel territorio. Sulla questione dell’interramento della linea ferroviaria delle Sud Est, dopo un primo fuoco fatuo di dichiarazioni e voglia di guerra aperta da parte di tutte le forze politiche, è tornato il sig. “silenzio”. Assordante e solito e anche triste.
Ci risiamo, l’incapacità al conflitto rimane il peccato originale di una sinistra che, senza di quello, diventa consociativa e direi inutile. E a Conversano la voglia di consociativismo è troppo forte ed è tipica di chi non affronta i “fatti pubblici” partendo dallo studio e dall’approfondimento accontentandosi dell’orto di casa propria.
La storia della sinistra della nostra città è piena di eroi (Di Vagno), di visioni, di suggestioni. Si sono arenate tutte facendo emergere i risultati che sono noti. Ci sono delle colpe? Certo che ci sono e ognuno si prenda le proprie perché non sono ascrivibili solo ad alcuni.
Ma adesso non è più tempo di attendere, i panni sporchi vanno lavati in pubblico e non non nella propria casetta. Solo la capacità di autocritica, l’individuazione di temi da affrontare con serietà e la voglia di offrire alla città nuove soluzioni, possono diventare terreno su cui costruire e riorganizzare questa nuova area che ha bisogno di basi solide per tornare ad essere attrattiva politicamente ed eticamente.
La sinistra nella nostra città è formata da tre “situazioni” (il situazionismo è imperante in questo momento) : quella dei socialisti, quella dei democratici e quella del “civismo militante” (che non abbandona il campo subito dopo le elezioni): non c’è unità tra questi e, fino a quando non ci sarà, sarà difficile aprire ad altri movimenti che guardano con interesse a questa area. E l’unità la si costruisce passo passo, momento per momento.
Per esempio partendo dai temi già esposti: ‘Conversano Città della Cultura’ cos’è per la sinistra a prescindere dall’esito della competizione? ‘Conversano Città sostenibile e accessibile’ cos’è per la sinistra in considerazione di possibili investimenti per l’interramento dei binari delle Ferrovie del Sud Est?
E ci aggiungerei: ‘Conversano Città del lavoro’ cos’è per la sinistra recependo la voglia dei giovani del movimento Quark di portare l’argomento in Consiglio Comunale?
Sono tre esempi di quanto possa essere utile rompere gli indugi, avviare questo dibattito pubblico e uscire dai silenzi che portano dritto dritto alle situazioni tipo quelle vissute durante le ultime elezioni amministrative del settembre 2020.
La sinistra è vita vera, voglia di porgersi verso gli altri, solidarietà, vicinanza, coraggio, capacità di sognare. L’assenza di questi sentimenti porta all’afasia e al consociativismo utile solo a chi lo pratica.
Ci si metta subito in cammino perché l’alternativa potrebbe continuare ad essere quella di città guidate da gruppi sempre più legati a ristrettissimi interessi e mai a quelli di tutti. E ci si metta in cammino, rischiando anche conflitti sulle diverse idee di risoluzione di grandi problemi collettivi. Altrimenti anche qui l’alternativa potrebbe essere ricadere nella tentazione di fare da soli, trattare col nemico apparente e sentirsi “appagato” illudendosi di bazzicare la stanza dei bottoni.
Se l’essenza della politica è governare per cambiare, quello della sinistra è cambiare nella consapevolezza di conoscere e sapere.

Potrei affernare che la sinistra camaleontesca locale ed imperante da qualche lustro in virtù dei personaggi che legittimamente plaudivano e predicavano una sinistra d’azione e concreta, ma di fatto ben lungi da questa visione ovattati dal piacere d’essere amico dell’ Amministratore di turno. Ovviamente, questi signori non potevano e non potrebbero mai rappresentare la sinistra della nostra Città, peraltro racchiusi nei propri orticelli con spocchia e non di rado laudanti gli ”amici” situati sull’altra riva politica. Chi ha subito, alfine, i danni di una mancata poderosa crescita politica della sinistra locale sono i Cittadini e la Città di Conversano che non ha potuto godere prospettive politiche progressiste e lungimiranti con uno sguardo rivolto alle nuove e future generazioni e ad un’economia da risollevare ormai stagnante da decenni. I soggetti politici di sinistra della nostra Città e con la ”S” maiuscola spero che sortiscano dall’ oblio in cui versano, anche se limitati sono i miei auspici tenuto conto del fisiologico tempo degli umani. L’ unica speranza riviene dal moto di orgoglio di una base giovanile che possa coprire e rigenerare quel vuoto che è mancato sino ad oggi.