Frizioni tra le imprese funebri. La ASL risponde all’ennesimo quesito del Comune di Conversano
Conversano – C’è chi ancora non si è dato per vinto circa la norma regionale (L.R. n. 34/08 e ss.mm.ii.) che stabilisce chiaramente quali siano i luoghi dove possono essere vegliate le salme: sala del commiato, camera mortuaria di struttura sanitaria pubblica e/o privata accreditata, al civico obitorio, all’abitazione propria o dei familiari, ai luoghi di culto purché idonei all’osservazione della salma come prescritto dall’art. 12, comma 2 del DPR 285/90. Il tutto racchiuso nel Regolamento Regionale n. 8/2015, art. 3.
Ma le chiese che storicamente, negli anni passati, hanno ospitato le salme per l’osservazione continuano a puntare i piedi e hanno richiesto, a distanza di qualche anno, una ulteriore risposta all’amministrazione comunale.
E’ stato l’arciprete don Felice Di Palma a chiedere un intervento comunale in quanto a capo delle confraternite. Una domanda che, già fatta in passato, ha ripetuto ancora una volta. E il Sindaco, vistosi ancora tirato in ballo ha scaricato il problema sulla ASL Ba che già si era a suo tempo espressa. Puntuale è arrivata la risposta del dott. Nardulli (ASL BA) che nell’ultima nota ha ribadito la posizione: “Si precisa che i luoghi di culto idonei all’espletamento del periodo di osservazione delle salme devono possedere i requisiti minimi…”. Così come specificato nella nota regionale del Dipartimento della Salute della Regione Puglia (n. 1139 del 13 marzo 2018) inviata a tutti i comuni e ASL di Puglia.
Ma quali sono i requisiti minimi che un luogo di culto, una chiesa, deve avere per l’osservazione delle salme?
Tra i tanti ci sono: servizi igienici per il personale, servizi igienici per i parenti, sala delle onoranze funebri, una umidità relativa pari a 60°+/- 5, temperatura invernale ed estiva non superiore ai 18° per i locali con presenza di salme. Condizioni inimmaginabili per un luogo di culto ma non , naturalmente per la sala del commiato. Che a Conversano è nata per volontà di uno degli imprenditori funebri qualche anno fa, in via Golgota. Un centro funerario con il rispetto delle prescrizioni di legge regionale e relativo regolamento. Un centro che così si presenta: “La Casa Funeraria è nata per elevare la qualità del nostro servizio e concepire un nuovo modo di intendere l’impresa funebre. Non è un luogo da “affittare” ma un servozio onnicomprensivo che tutte le agenzie funebri possono fornire ai propri clienti. Grazie alla nostra politica di gestione i prezzi equivalgono all’incirca a quelli dei servizi tradizionalmente offerti presso le abitazioni private e comprendono sempre allestimenti, attrezzature, personale e mezzi. Il Centro Funerario garantisce ad ogni famiglia di scegliere l’agenzia funebre di fiducia, senza che si generino costi aggiuntivi.
Il nostro servizio per il cittadino di fatto “gratis”.
Un vero e proprio piano di comunicazione e marketing che si condisce anche di un fondo di solidarietà per le famiglie meno abbienti: “Al Centro Funerario Conversanese, sempre per spirito di servizio verso la comunità, abbiamo pensato di istituire un Fondo di Solidarietà. Lo stesso sarà sostenuto attraverso una parte dei corrispettivi derivanti dai manifesti di partecipazione affissi in struttura. I relativi introiti, con la partecipazione delle agenzie funebri che vorranno aderire all’iniziativa, saranno messi a disposizione delle famiglie assistite dai Servizi Sociali (Reg. Regionale n. 8 del 2015 art. 8 comma 11) per poter ricevere gratuitamente tutti i servizi offerti nella Casa Funeraria, in caso di perdita di un proprio caro”.
E’ proprio la nascita di questo centro funerario che ha destabilizzato il mondo dell’impresa funebre in città. Infatti, essendo stato realizzato da una sola di quelle presenti a Conversano, ha messo un po’ di ansia a coloro che non hanno cercato di consorziarsi con l’impresa funebre promotore al fine di farne un’unica struttura a disposizione di tutti. E di qui sono sorte le complicazioni che hanno portato in soli tre anni gli organi ecclesiastici che le altre imprese funebri a rivolgersi al sindaco, sempre l’attuale sindaco, per perorare la causa dell’osservazione delle salme nelle chiese. E soprattutto in questo momento, dato che è scaduta la convenzione tra il centro funerario e le stesse imprese presenti sul territorio. Di qui le ripetute riunioni di questi giorni in Municipio alle quali hanno partecipato le imprese funebri e rappresentanti delle rettorie delle rettorie e della Cattedrale. Al primo incontro non è stato invitato il gestore e proprietario del centro funerario (Bolognino Saverio & C S.A.S) che, prontamente, prendendo carta e penna ha scritto al sindaco e a tutti i presenti al primo incontro chiedendo un tavolo tecnico sulla questione. E ha scritto, per conoscenza, anche all’assessore al Welfare Dario Berti nella sua qualità di “Presidente coordinatore del gruppo operatori necrofori”, titolo che ha riservato anche al consigliere comunale Ciro Moramarco, anch’egli invitato alla stessa riunione. Infatti sia l’attuale assessore al Welfare che il consigliere comunale Moramarco gravitano intorno al gruppo degli operatori necrofori coordinandone la distribuzione attraverso un’agenzia interinale per fornire personale, per lo più giovani, all’espletamento delle funzioni tipiche dei funerali. Nella lettera inviata dalla Bolognino Saverio & C S.A.S. a tutti i soggetti interessati sono riportate rimostranze circa apprezzamenti fatti durante il primo incontro, in assenza degli interessati, su alcune presunte irregolarità nella gestione del centro funerario. Un affondo, quello dei Bolognino, che chiama in causa direttamente un assessore e un consigliere ai quali presumibilmente è rivolta una frase riportata nella lettera “terzi portatori di interessi”. A questa lettera l’assessore al Welfare Dario Berti risponde ufficialmente smarcandosi e chiarendo che non ha alcuna funzione di “presidente del gruppo operatori necrofori”. Nessuna risposta dal consigliere comunale Moramarco che, invece, partecipa all’incontro convocato dal sindaco in risposta alla Bolognino Saverio & C S.A.S., invitato ufficialmente dal primo cittadino. Durante il secondo incontro, questa volta tenutosi al completo il 12 febbraio scorso, il clima è caldo e il gestore del centro funerario fa valere le sue ragioni mentre sia i gestori delle imprese funebri che i rappresentanti della Cattedrale continuano a rivendicare lagnanze dei cittadini con la volontà di tenere i propri cari estinti in chiesa anziché nei luoghi idonei e deputati dalla legge. Il Sindaco, quindi, decide di passare la palla nuovamente alla ASL BA che con l’ulteriore nota del dott. Nardelli pone fine alla querelle ribadendo quanto già detto ufficialmente sia dalla ASL stessa che dagli uffici regionali: le salme potranno essere osservate nelle chiese che avranno le idonee strutture e strumentazioni previste dalle norme.
Quale sarà il prossimo passo? Le imprese funebri riconsidereranno l’ipotesi di una nuova convenzione con il centro funerario? Oppure valuteranno l’ipotesi di consorziarsi e realizzarne un altro? E l’arciprete tornerà a porre il problema? E come si spiega la partecipazione del consigliere comunale Moramarco a queste riunioni dato che è un operatore del settore e che l’amministrazione comunale deve avere un atteggiamento di terzietà?
Sono quesiti che troveranno risposta nei prossimi giorni.
Anche perché quello della polizia mortuaria è un tema troppo importante per essere affrontato con superficialità. Ma sembra che abbia avuto, negli ultimi giorni, un inspiegabile valore prioritario dato che ha interessato e visto la partecipazione di rappresentanti non solo delle imprese funebri ma anche di associazioni di consumatori e associazioni di categoria.
Al momento la legge sembra reggere il confronto con le pressioni non conformi al dettato delle normative innovative in materia di polizia mortuaria delle quali la Regione Puglia si è dotata da tempo.